Gli agenti federali durante la perquisizione della tenuta di Trump cercavano documenti sul nucleare.
Lo rivela il Washington Post: l’Fbi a casa di Donald Trump nella sua residenza in Florida cercava documenti legati alle armi nucleari. I documenti in questione erano top secret e avevano implicazioni per la sicurezza nazionale. Per questo motivo il blitz è stato fatto con una certa urgenza e preoccupazione da parte del Bureau. Il pericolo che questi documenti potessero finire in mani sbagliate ha messo i federali in massima allerta.
Oggi Trump e i suoi legali devono decidere se opporsi o meno alla diffusione del mandato di perquisizione. Per l’ex presidente è una scelta complicata. Bloccare la richiesta di renderlo pubblico potrebbe rivelare che Trump ha qualcosa da nascondere nel mandato dove sono espresse le motivazioni dell’intervento dei federali.
Il ministro della Giustizia ha messo il tycoon alle strette
Secondo alcuni esperti Garland, il ministro della Giustizia, sta cercando di scoprire il bluff di Trump lasciando la palla a lui. La situazione potrebbe complicarsi ulteriormente se le indiscrezioni del Washington Post si rivelassero vere. Sono documenti in grado di mettere a rischio la sicurezza nazionale americana, ma anche di creare problemi con altri paesi. E questo non gioverebbe la posizione del tycoon. Secondo il New York Times fra le carte c’erano anche informazioni sui più segreti programmi americani, i cosiddetti ‘special access programs’.
Donald Trump ora è alle strette e questa situazione mette a rischio la sua ricandidatura del 2024. Nel frattempo il presidente Joe Biden, in vacanza in South Carolina, prima delle elezioni di midterm a novembre. Secondo indiscrezioni, il presidente dovrebbe annunciare la sua candidatura per il 2024 e lanciare la campagna elettorale nonostante i sondaggi mostrino la preferenza dei democratici per un altro candidato.
Biden è convinto di poter vincere dopo le vittorie legislative ma soprattutto vuole evitare un ritorno di Trump alla Casa Bianca.