Stati Uniti, la Procura di New York contro la lobby delle armi: vertici di NRA accusati di frodi finanziarie, corruzione e uso disinvolto del denaro.
Negli Stati Uniti torna alla ribalta la lotta alla lobby delle armi, questa volta per l’iniziativa della Procura di New York che accusa la Nra, National Rifle Association di frodi finanziarie, uso disinvolto del denaro dell’associazione e corruzione.
Usa, la Procura di New York contro i vertici della NRA
Il caso ha assunto immediatamente una notevole risonanza mediatica. Il nome di Letitia James, procuratore generale di NY è diventato presto noto a tutti. Le accuse mosse sono pesanti. Ancora di più se consideriamo che le accuse sono rivolte a una realtà che vanta cinque milioni di iscritti e una sorta di legame con Trump, nel senso che dalla Nra hanno fatto sapere di appoggiare la rielezione del Presidente. Il tutto senza considerare che Wayne LaPierre, per anni alla guida di NRA e ora vicepresidente esecutivo, è legato al presidente da un rapporto di amicizia.
La posizione di Donald Trump
In effetti sulla questione è intervenuto anche lo stesso Donald Trump, che ha preso le difese della Nra consigliando un trasferimento in Texas, dove “si troverebbe davvero bene“.
Le accuse mosse ai vertici della NRA
Nello specifico, la Procura di New York accusa la Nra, o meglio, il presidente dell’associazione – Wayne LaPierre – e alcuni dirigenti di usare le donazioni in maniera inappropriata violando le leggi che regolano le organizzazione no profit. I vertici dell’associazione avrebbero usato i fondi per motivi personali come jet privati, vacanze extra lusso e simili.
L’associazione rischia di chiudere i battenti, se effettivamente dovesse cadere sotto i colpi della Procura di New York. Certo, per arrivare a sciogliere l’associazione servano anni di battaglie legali, ma siamo di fronte a una pagina di storia tutta da scrivere. Intanto il caso si apre proprio a pochi giorni dalla volata elettorale che porterà alle prossime pesidenziali.