Il candidato repubblicano McCarthy come speaker della Camera è stato nuovamente bocciato. Si tratta della votazione più lunga della storia.
Non si riesce a trovare un accordo. Il candidato repubblicano Kevin McCarthy è stato bocciato anche all’ultima votazione dove ha ottenuto 200 voti contro i 218 necessari. Undicesima fumata nera quindi per l’elezione dello speaker della Camera degli Usa, una delle figure più importante di tutto il Paese dopo il vicepresidente. Si tratta della votazione più lunga della storia in 164 anni. Questo mostra il caos in cui riversa il Partito Repubblicano.
La seduta è aggiornata a oggi pomeriggio, ora italiana, proposta dal Gran Old Party mentre contrari i democratici. Nonostante la loro maggioranza al Congresso, i repubblicani non riescono ad eleggere lo speaker della Camera. Senza la sua elezione la Camera non può insediare i nuovi membri né iniziare i lavori. Ci sono alcuni repubblicani ribelli che invece di far convergere i voti su McCarthy propongono un altro candidato.
Lo stallo dei repubblicani
Il repubblicano ha dichiarato che si stanno facendo progressi per far accettare un accordo ai cosiddetti ribelli e far convergere i voti su di lui. Secondo molti all’interno del partito però McCarthy starebbe facendo troppe concessioni pur di avere i voti necessari e una volta eletto avrà un potere marginale. Un’altra opzione possibile, invece, è che McCarthy si ritiri. La maggioranza propone un nuovo speaker anche se non è detto sia accettato dai ribelli.
Uno dei ribelli, Gaetz, ha rifiutato il candidato categoricamente perché non si fida. Il motivo è che McCarthy ha aiutato i democratici ad approvare in modo bipartisan una spesa federale da mille e 700 miliardi di dollari. Una terza opzione è che i repubblicani facciano un accordo con i democratici ma è un’ipotesi remota usata come strategia per convincere i repubblicani ad accettare il candidato.