USA vietano le auto connesse con componenti cinesi: rischi per la sicurezza nazionale

USA vietano le auto connesse con componenti cinesi: rischi per la sicurezza nazionale

Gli USA vietano la vendita di auto connesse con hardware e software prodotti in Cina. Le ragioni del divieto e l’impatto sui produttori.

Il Dipartimento del Commercio degli USA ha ufficializzato una proposta per vietare la vendita di auto connesse che utilizzano hardware e software provenienti da “nazioni ostili” come Cina e Russia. La normativa punta a limitare l’uso di tecnologie che potrebbero mettere a rischio la sicurezza nazionale. Colpendo direttamente le case automobilistiche che utilizzano componenti prodotti in paesi considerati avversari degli USA.

Joe Biden

Sicurezza nazionale USA e rischi di spionaggio

La mossa dell’amministrazione Biden nasce da preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei dati che le auto connesse possono raccogliere. Secondo il governo statunitense, le aziende cinesi potrebbero utilizzare le auto per spiare i cittadini americani. Monitorare le infrastrutture critiche e persino controllare i veicoli da remoto, creando potenziali situazioni di pericolo. La Segretaria al Commercio, Gina Raimondo, ha dichiarato che le auto connesse potrebbero essere manipolate da attori stranieri per generare incidenti o bloccare le strade. Mettendo a rischio la sicurezza pubblica. Anche il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, ha sottolineato come la Cina stia tentando di inserire malware nelle infrastrutture critiche degli Stati Uniti. Aumentando il rischio di sabotaggio.

L’obiettivo è prevenire un potenziale controllo a distanza dei veicoli presenti sul territorio americano, un’eventualità estrema ma considerata sufficiente per giustificare il divieto. Le auto moderne, connesse a internet e dotate di software sofisticati, potrebbero diventare strumenti di cyberspionaggio, rendendo necessario un intervento per proteggere la privacy e la sicurezza degli americani.

Tempistiche e impatti sul settore automotive

La proposta del Dipartimento del Commercio prevede l’applicazione del divieto per i software nelle auto a partire dal Model Year 2027 (gennaio 2026) e per gli hardware dal Model Year 2030 (gennaio 2029). Nei prossimi trenta giorni, la proposta verrà discussa pubblicamente, con l’obiettivo di renderla operativa entro il 20 gennaio, salvo ritardi legati alle elezioni presidenziali.

La decisione rappresenta un’escalation nelle tensioni tra Stati Uniti e Cina, soprattutto dopo i recenti dazi sulle importazioni di auto elettriche, batterie e altri componenti. Sebbene al momento le auto cinesi siano ancora poche negli Stati Uniti, la misura mira a impedire un’espansione futura del mercato cinese nel settore automotive americano.

I produttori automobilistici, rappresentati dall’Alliance For Automotive Innovation, hanno già espresso preoccupazione per l’impatto del divieto. Cambiare hardware e software all’interno delle auto già in produzione potrebbe richiedere molto tempo, e attualmente non è chiaro quali modelli montino componenti cinesi in misura critica. I produttori chiedono quindi un periodo di transizione per adeguarsi alla nuova normativa, temendo ripercussioni significative sulla produzione e sulla catena di fornitura.