Vaccino obbligatorio, 300 medici ricorrono al Tar contro la sospensione

Vaccino obbligatorio, 300 medici ricorrono al Tar contro la sospensione

Ricorso di 300 medici al Tar contro la sospensione se non si sottoporranno al vaccino. L’udienza è prevista per il 14 luglio.

MILANO – 300 medici hanno presentato il ricorso contro la sospensione se non si sottoporranno al vaccino contro il Covid. Come riferito dal Corriere della Sera, gli operatori sanitari hanno chiesto l’annullamento dell’obbligo di vaccinazione. L’udienza è prevista per il 14 luglio.

Si tratta di medici di Bergamo, Cremona, Brescia, Milano e Mantova. E ora non si esclude che nelle prossime settimane possano presentare la stessa richiesta anche medici e sanitari di altre zone d’Italia.

Gli operatori sanitari: “Non è una battaglia no vax ma democratica”

Gli operatori attraverso il proprio avvocato hanno precisato che “non è una battaglia no vax, ma una battaglia democratica. Qui si obbliga una persona a correre un rischio altrimenti gli viene impedito di svolgere la professione. L’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea a prevedere l’obbligatorietà per determinate categorie di soggetti della vaccinazione per la prevenzione della Sars-Cov-2“.

Il ricorso è stato presentato lo scorso 22 giugno e l’udienza è fissata il 14 luglio. Una sentenza destinata a creare diverse polemiche a livello nazionale soprattutto in caso di una decisione in favore dei medici. E non si escludono altri ricorsi simili in futuro da parte di operatori sanitari.

Tribunale

L’obbligo vaccinale in Italia per i medici

L’obbligo vaccinale in Italia per i medici in Italia ha fatto nascere diverse polemiche. Il ricorso presentato dagli operatori sembra essere destinato ad aprire una nuova pagina di storia in questa pandemia. E, con la presenza della variante Delta, Roberto Burioni ha chiesto di inserire l’obbligo per tutti i cittadini e non solo gli operatori sanitari. Il Governo non sembra essere intenzionato, in questo momento, a seguire il consiglio di Burioni e di mantenere l’impianto volontario deciso dal governo Conte e poi confermato dal governo guidato da Mario Draghi.