Vaiolo delle scimmie e trasmissione sessuale

Vaiolo delle scimmie e trasmissione sessuale

Il vaiolo delle scimmie e il rischio di trasmissione sessuale: la parola agli esperti. Il confronto è aperto.

A parte i contenuti legati alla guerra in Ucraina, nulla in questi giorni sembra fare più notizia della questione relativa all’ormai famoso vaiolo delle scimmie. Queste le parole dell’Ecdc sul tema: “sono stati diagnosticati principalmente tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, il che suggerisce che la trasmissione potrebbe aver luogo durante le relazioni intime”.

Dichiarazioni puntuali e definite quindi, che paiono più che sufficienti ad aprire un infuocato dibattito, circa il rischio di una malattia afferente al genere delle patologie sessualmente trasmissibili. Insieme al rischio imminente, si apre un’altrettanto pericolosa spirale, che fa subito notizia: l’incubo rinato della ghettizzazione della comunità omosessuale.

I pareri di Andreoni, Pregliasco e Gismondo

Questa la dichiarazione di Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma: “E’ un errore considerare il vaiolo delle scimmie una malattia sessualmente trasmessa. Noi consideriamo questo genere di patologie, quando il contagio avviene prevalentemente attraverso la via sessuale e questo non è il caso del vaiolo delle scimmie che si trasmette per contatti stretti tra persone o per via aerea con le goccioline di saliva. E’ ovvio che qualsiasi patologia che si trasmette con un contatto stretto vede nel rapporto sessuale un possibilità che aumenta il contagio, ma dobbiamo fare attenzione, altrimenti dovremmo considerare la varicella o il morbillo o anche il Covid come malattie sessualmente trasmissibili”.

Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, aggiunge: “Evidenziare le caratteristiche oggettive della casistica attuale” del focolaio di vaiolo delle scimmie che sta crescendo in particolare in Europa “non autorizza, né giustifica, atteggiamenti di stigma o toni discriminatori nei confronti di nessuno”.

Tra i pareri degli esperti, anche quello di Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano: “Ribadisco che in questo momento per il vaiolo delle scimmie il rischio è bassissimo” anche per la natura autolimitante dell’infezione, “i casi sono sparuti” se dimensionalmente rapportati alla popolazione e “dobbiamo stare tranquilli”. Ma soprattutto, “dobbiamo assolutamente evitare certi errori di comunicazione commessi all’inizio dell’epidemia di Hiv”.