L’annuncio del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, al Forum di Cernobbio, sulla sperimentazione nelle scuole.
Al via l’anno scolastico 2024-2025 con diverse novità. Una di queste è stata annunciata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Intervenuto al Forum di Cernobbio, il politico ha parlato della rivoluzione dell’intelligenza artificiale che arriverà anche in alcune delle classi degli istituti italiani con particolare riferimento a quanto accadrà in Calabria, Lazio, Toscana e Lombardia.
Valditara e l’intelligenza artificiale nelle scuole
Da Cernobbio, Valditara ha spiegato: “Siamo uno dei primi Paesi ad avere avviato quest’anno scolastico una sperimentazione nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la personalizzazione della didattica”. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, sempre molto attento ad ogni vicenda legata alla scuola, come per esempio i casi di bullismo, ha poi aggiunto ancora dei dettagli.
La sperimentazione “parte in 15 classi, in alcune regioni: Calabria, Lazio, Toscana, Lombardia. Se il modello funzionerà pensiamo di estenderlo ulteriormente proprio perché la personalizzazione della didattica è uno dei must della mia azione di governo in materia di istruzione e credo che l’intelligenza artificiale adeguatamente guidata dal docente possa svolgere un ruolo significativo”, le parole riprese anche dalla Rai.
L’alternanza scuola-lavoro
Tra gli altri temi affrontati dal ministro anche quello dell’alternanza scuola-lavoro: “Continuo a chiamarla così perché Pcto mi risulta un po’ urticante come termine, per noi è fondamentale”, ha detto. “Quando al G7 abbiamo messo la necessità di collegare sempre di più la scuola al mondo dell’impresa, la necessità di potenziare l’istruzione tecnico professionale, ho trovato uno straordinario consenso da parte di tutti i ministri presenti”.
Il pensiero di Valditara sull’argomento si è poi concluso: “Tutti si stupiscono che invece in Italia ci sia qualcuno che guarda a questa riforma con ostilità, quasi nostalgico di Gramsci, dei percorsi unitari, di quei percorsi differenziati, e che ci sia ancora qualcuno che parli di sfruttamento, di una scuola subordinata alle esigenze dell’impresa. E’ evidente che non è così”.