Valentina Petrillo, chi è la prima atleta trans alle Paralimpiadi

Valentina Petrillo, chi è la prima atleta trans alle Paralimpiadi

Tutto su Valentina Petrillo, atleta trans ipovedente. Nel 2019 ha fatto coming out per poi intraprendere il percorso di affermazione di genere.

Si parla di Valentina Petrillo e lo si farà ancora a lungo. Tutto sull’atleta trans ipovedente che partecipa alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Ai Giochi francesi sarà la prima atleta transessuale della storia. Nel 2019 ha fatto coming out e ha iniziato il suo percorso di affermazione di genere proseguendo poi la sua battaglia contro la discriminazione.

Chi è Valentina Petrillo, prima atleta trans alle Paralimpiadi

Nata a Napoli, la Petrillo ha oggi 50 anni e ha sempre voluto fare sport. Questa sua voglia di muoversi e allenarsi non è stata bloccata neppure dalla diagnosi della sindrome di Stargardt arrivata all’età di 14 anni, che l’ha resa poi ipovedente. A 7 anni inizia con l’atletica e successivamente prosegue con lo sport: vince 11 titoli nazionali nella categoria maschile di atletica leggera paralimpica. Parallelamente si sposa, nasce un figlio. Poi qualcosa cambia e la Petrillo decide di intraprendere un percorso di affermazione di genere e fare coming out.

Il coming out

A Fanpage.it, la Petrillo ha spiegato cosa l’abbia portata al coming out e al percorso di affermazione di genere: “Da piccola sapevo di avere dentro una parte che non si poteva esprimere. Avevo paura del giudizio della società, ho avuto un esempio negativo in famiglia, per il comportamento che i miei zii hanno avuto verso mia cugina, l’hanno cacciata di casa quando ha fatto coming out. Anche per questo il mio coming out è avvenuto in tarda età, dopo mille pensieri. Ma a un certo punto non ce l’ho fatta più. Non riuscivo più a guardarmi allo specchio, a guardare il mio corpo, a entrare in spazi maschili. Per me era una violenza, era insostenibile […]”.

La carriera e il primato

Ai campionati italiani paralimpici di atletica leggera dell’11 settembre 2020 è diventata la prima donna transgender a gareggiare nella categoria femminile. Ai campionati europei paralimpici 2021 è arrivata al quinto posto, mentre nel 2023 ha partecipato ai mondiali paralimpici di Parigi dove ha portato a casa due medaglie di bronzo. Adesso è pronta alle Paralimpiadi di Parigi 2024.

Sempre a Fanpage.it, l’atleta ha spiegato le difficoltà nello sport e i cambiamenti avvenuti negli anni: “La rivoluzione avviene nel 2015 con le linee guida del CIO che dice: dovete includere le persone trans. È stato dimostrato tramite degli studi che con dei valori di testosterone entro i 10 nanomoli (che poi World Athletics ha recepito in 5 nanomoli) le persone transgender sono equiparabili alle performance di una donna. Poi il CIO demanda alle varie federazioni le leggi vere e proprie, dà solo linee guida. Sono parametri che arrivano da risultati scientifici, secondo cui le persone transgender facendo una terapia ormonale sono equiparabili alle donne […]”.

Nell’interivsta a Fanpage, la Petrillo ha anche aggiunto: “Non si può dare per scontato il fatto che un qualsiasi uomo sia più forte di una qualsiasi donna. Io persona transgender non posso essere discriminata solo per il fatto di essere nata uomo, perché sarei più forte di una donna. Questa non è una regola che vale in maniera assoluta: nessuno ha mai dimostrato scientificamente che io abbia un vantaggio”.

Le gare alle Paralimpiadi di Parigi 2024

A quanto pare, la Petrillo sarà impegnata in diverse gare alle Paralimpiadi di Parigi 2024. In Francia, infatti, l’atleta correrà nella categoria femminile ipovedenti T12, gare su pista, nei 400 metri e anche nei 200 metri. Staremo a vedere quali reazioni susciterà la sua presenza e se ci saranno polemiche come per il caso Imane Khelif ai Giochi di quest’anno.

Social e curiosità

Sembra che la Petrillo abbia un profilo Instagram seguito da oltre 1400 seguaci dove sono state pubblicate diverse foto in azione sul campo di atletica e non solo. Prima di darsi a questo tipo di gare, la Petrillo gareggiava nella Nazionale di calcio a 5 per ciechi dell’Italia, quando ancora si trovava nelle categorie maschili.