Vannacci a Sanremo: il PD insorge, la sua risposta spiazza tutti

Vannacci a Sanremo: il PD insorge, la sua risposta spiazza tutti

Il PD contesta la presenza di Vannacci a Sanremo definendola una provocazione. Il generale replica senza mezzi termini.

Il Festival di Sanremo è da sempre uno dei momenti più seguiti e discussi del panorama culturale italiano, quest’anno anche Vannacci rappresenta un “argomento”. Ogni edizione porta con sé dibattiti, polemiche e prese di posizione che vanno ben oltre la musica. Non è raro che il palco dell’Ariston diventi teatro di scontri ideologici, simbolo di un’Italia divisa tra chi vede il Festival come espressione della cultura popolare e chi lo considera una vetrina per messaggi politici e sociali.

Roberto Vannacci www.newsmondo.it

La reazione del PD

Quest’anno, però, la polemica ha preso una piega inaspettata, con un protagonista fuori dagli schemi del tradizionale spettacolo sanremese: Roberto Vannacci. Il generale, noto per le sue posizioni controverse e per il libro Il mondo al contrario, è finito al centro di un acceso dibattito politico per la sua decisione di recarsi a Sanremo nei giorni del Festival.

La notizia della presenza di Vannacci a Sanremo non è stata accolta con indifferenza dalla sinistra, che ha immediatamente sollevato critiche. Tra le voci più dure, quella del segretario provinciale del PD, Cristian Quesada, che ha attaccato frontalmente il generale:

“La presenza di Roberto Vannacci a Sanremo nei giorni del Festival è una provocazione evidente, una operazione studiata per sfruttare la risonanza mediatica della kermesse e amplificare un messaggio divisivo e reazionario. Non farebbe ridere neanche se fosse una barzelletta, perché di comico non ha proprio nulla quando si cerca di strumentalizzare uno degli eventi più seguiti dagli italiani per fini politici e propagandistici”.

Quesada ha poi ribadito la natura inclusiva della manifestazione, sottolineando come il Festival abbia “raccontato l’evoluzione della società italiana, dando spazio a voci e sensibilità diverse, promuovendo il rispetto delle differenze e il progresso culturale”. E proprio su questo punto ha attaccato Vannacci: “Il suo primo libro, ‘Il mondo al contrario’, è stato un manifesto di intolleranza, con attacchi contro donne, migranti, persone LGBTQ+ e chiunque non rientri nella sua visione reazionaria della società”.

La replica di Vannacci

Ma il generale non ha lasciato cadere le accuse nel vuoto e ha risposto con il suo stile diretto e provocatorio. In un video pubblicato sui social, ha ironizzato sulla polemica scatenata dalla sua semplice presenza a Sanremo:

“Nell’elenco di chi partecipa a Sanremo ci sono proprio tutti, da Fedez ad Achille Lauro, manca solo il mio nome: Roberto Vannacci. Eppure si parla di me anche in questa occasione. Grazie a Cristian Quesada, segretario provinciale del PD, sono stato chiamato in causa: non gli va proprio che vada come ospite a Sanremo. È stato preso dall’allergia e ha iniziato a starnutire e grattarsi”.

Il generale ha poi contrattaccato sulle accuse di voler strumentalizzare il Festival: “Sanremo non può diventare la vetrina della propaganda reazionaria. Secondo la sua idea di democrazia, invece, Sanremo dovrebbe essere la vetrina dell’ideologia dogmatica, progressista e di sinistra. Solo di quella. Invece no, signor Quesada. Si faccia una fiala di Bentelan. Sanremo è una città libera, non un feudo ideologico riservato alla sinistra”.

Infine, lanciando una sfida diretta al segretario del PD, Vannacci ha chiuso il suo intervento con un invito provocatorio: “Io ci sarò, per cui se vuole venga anche lei ad argomentare pacatamente la sua contrarietà. Oppure, preferisce rimanere a soffiarsi il naso?”.

Una risposta destinata a far discutere, con una certezza: la presenza di Vannacci a Sanremo, anche senza un palco ufficiale, continuerà a far parlare.