Vannacci "smaschera" il piano di von der Leyen: cosa rischia l'Italia
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Vannacci “smaschera” il piano di Ursula von der Leyen: cosa rischia l’Italia

Roberto Vannacci

Roberto Vannacci smonta il piano “Readiness 2030”: la critica all’Unione Europa, i rischi per l’Italia e la proposta del generale.

Dopo la consegna della tessera della Lega in grande stile, l’europarlamentare Roberto Vannacci prende una posizione netta contro il piano “Readiness 2030“, evoluzione del progetto “Rearm Europe“. In un’intervista ad Affaritaliani.it, il generale denuncia quello che definisce un tentativo di “ingoiare la sovranità degli Stati membri“. Ecco le sue dichiarazioni.

il generale Roberto Vannacci

Le critiche di Vannacci e cosa rischia l’Italia

Oltre alla questione militare, Roberto Vannacci attacca con forza il meccanismo di finanziamento del piano, fondato su debito comune europeo. “Centralizzare il debito a livello UE riduce l’autonomia fiscale e strategica degli Stati membri“, avverte. Secondo lui, i 150 miliardi di euro previsti, pur distribuiti tra i 27 Paesi, andrebbero comunque a pesare sui bilanci futuri, con rischi particolarmente elevati per gli Stati più indebitati.

La parte di debito a carico diretto dei singoli Stati, pari a 650 miliardi, viene giudicata ancora più pericolosa. “Stati come Italia (debito/PIL al 135%), Portogallo (120%) e Spagna (115%) potrebbero dover tagliare investimenti in settori chiave come sanità e istruzione“, spiega. Al contrario, Paesi come la Germania, con un debito al 60% del PIL, potrebbero affrontare il piano senza difficoltà, creando uno squilibrio tra gli Stati membri. Il rischio, secondo il generale, è quello di “innescare una crisi del debito sovrano simile a quella del 2010“.

L’attacco contro il piano di riarmo e la sua proposta

Per Roberto Vannacci, il piano “Readiness 2030” manca totalmente di una giustificazione reale. “La minaccia immediata infatti non c’è“, afferma. A suo giudizio, non esistono prove di un’aggressione imminente contro l’Unione Europea. Inoltre, smentisce l’idea di un disimpegno degli Stati Uniti: “Nonostante le esternazioni di Donald Trump, hanno incrementato la presenza militare in Europa orientale nel 2024, con 20.000 truppe aggiuntive in Polonia e Romania“.

L’europarlamentare sottolinea anche come la spesa militare dell’UE sia già significativa. Inoltre, superiorità economica e demografica dell’Europa, con un PIL di circa 20 trilioni di dollari e una popolazione di 450 milioni di abitanti, rende secondo lui inutile un ulteriore riarmo.

Propone, dunque, una netta inversione di rotta. “Da cancellare e da ripensare un eventuale rilancio dell’economia in settori che sicuramente sono più aderenti alle necessità degli europei: sanità, sicurezza interna, lavoro, ricerca, pensioni, infrastrutture, energia, abbassamento della pressione fiscale“, ha affermato. Infine, accusa Bruxelles di “inventare emergenze travestite da invasioni belliche” mentre dovrebbe considerare tutte le “follie europee da eliminare“.

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ultimo aggiornamento: 10 Aprile 2025 17:23

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