Il generale Vannacci si è soffermato su diversi temi partendo dal suo libro fino al mondo politico tra candidatura e sospensione ricevuta.
Sempre controverso nelle sue affermazioni il generale Roberto Vannacci. Intervistato dal Corriere della Sera, l’uomo ha affrontato diversi temi della sua attualità: dal libro delle polemiche fino alla sospensione ricevuta dal Ministro Crosetto. Non è mancato un passaggio anche sulla sua candidatura possibile alle Europee tra Lega e… Fratelli d’Italia.
Vannacci difende il suo libro
Tra i vari passaggi importanti dell’intervista di Vannacci, anche quello relativo al suo libro e alle indagini sul suo conto per istagazioni all’odio razziale. Il generale ha replicato: “La ritengo un’accusa totalmente infondata. Il mio libro è un’ode alle diversità. Ma l’elogio della diversità è ben diverso dalla discriminazione. La diversità consiste nel riconoscere caratteristiche diverse in ognuno di noi: cultura, origini, etnia, religione, credo politico. La discriminazione riguarda i diritti e la dignità; e nei miei libri non vi è traccia di questa esecrabile posizione ideologica”.
Da Crosetto alle ipotesi Lega e Fratelli d’Italia
Non mancano anche le parole in chiave politica a partire dalla sospensione per 11 mesi ricevuta dal ministro della Difesa Crosetto: “Non ho rapporti con lui. È il mio ministro, e come tale lo rispetto. La sospensione? Rientra tra le sue attribuzioni di ministro, così come rientra tra i miei diritti fare ricorso”.
E quando si parla di una possibile candidatura alle Europee con la Lega: “Mi piacciono le sfide. Ma devo capire se posso essere utile, e non una bandiera da sventolare. Non ho ancora deciso. Ho ricevuto anche altre offerte”.
In chiave “altre offerte”, quando al generale si chiede se questa sia arrivata da Fratelli d’Italia, ecco la risposta: “Non posso rispondere”.
Su una sua potenziale lista, invece, Vannacci ha aggiunto: “Posso pensare a una candidatura indipendente. A una federazione. Ma una mia lista significherebbe fare un partito: impossibile per le Europee. Per fare un partito servono almeno due anni […]”.