Vannacci: “Murale Egonu sfregiato? Colpa di chi mette attrici nere per fare Giulietta”

Vannacci: “Murale Egonu sfregiato? Colpa di chi mette attrici nere per fare Giulietta”

Il generale Vannacci torna a parlare di Paola Egonu e del murale a lei dedicato che è stato rovinato. Le sue parole fanno discutere.

Non le manda certo a dire il generale Vannacci quando si tratta di argomenti a lui “cari”. Dopo le polemiche per le frasi su Paola Egonu dopo la vittoria dell’oro olimpico con la Nazionale italiana di Pallavolo a Parigi 2024, ecco il commento del politico relativamente al recente sfregio del murale dedicato all’atleta.

Roberto Vannacci

Vannacci e il murale della Egonu sfregiato

Dopo la recente querelle legata a Vannacci e le sue parole su Paola Egonu e i suoi tratti somatici che “non rappresentano la maggioranza degli italiani”, ecco il generale tornare sull’argomento in relazione allo sfregio del murale dedicato appunto all’atleta. “Esprimo la mia condanna per l’atto che ha deturpato il murale dedicato a Paola Egonu. Questo gesto rappresenta un oltraggio alla realtà che, come dico sempre, è oggettiva, immodificabile e non può offendere alcuno”, ha detto il politico al Corriere della Sera. “Da persona che ne sa qualcosa di tentativi oppressivi di limitazione della libertà del pensiero, sogno un paese in cui non esistano i delitti di opinione e dove nessuno possa essere condannato, censurato o falsificato per le idee che esprime in qualsiasi manifestazione artistica o del suo pensiero”.

Di chi è la colpa

Al netto della condanna per il gesto, il generale ha ribadito però un altro concetto: “Riconduco l’attacco al murale a quelle manifestazioni di chi fa interpretare il ruolo di Giulietta o della regina d’Inghilterra a attrici nere o a chi vorrebbe modificare le fiabe e i racconti della nostra tradizione in base ad assurde teorie che riconducono tutte all’ideologia della cancellazione della cultura. La libertà di espressione artistica e del pensiero è un principio portante di tutte le democrazie occidentali che non può essere compresso, falsificato o distorto da chi non ne apprezza i contenuti”. Insomma, Vannacci si conferma sulla sua linea di pensiero e anche in questo caso è destinato a far parlare.