L’Italia guarda con particolare attenzione alla diffusione della variante Delta del Covid nel Regno Unito e studia le contromosse in caso di emergenza.
Mentre la Gran Bretagna deve fare i conti con un nuovo aumento dei casi legati alla diffusione della variante Delta (ex indiana) del Covid, l’Italia prepara la strategia di difesa presentata dal premier Mario Draghi nella conferenza stampa al termine del G7: di fronte ad un nuovo aumento dei casi, il governo reintrodurrebbe la quarantena per le persone provenienti dal Regno Unito. Evidentemente la diffusione della variante Delta spaventa anche l’Italia, soprattutto perché si tratta di una variante in grado di bucare la resistenza dei vaccini nei soggetti vaccinati con una sola dose. Ma non solo, come dimostra il caso del focolaio nella palestra di Milano. L’Italia guarda con grande attenzione al Regno Unito ma con la consapevolezza di aver adottato e seguito una strategia differente per quanto riguarda la campagna di vaccinazione.
Covid, la diffusione della variante Delta in Italia
Al momento i dati non preoccupano particolarmente le autorità sanitarie italiane. La variante Delta (ex indiana) ha una prevalenza dell’1%. A preoccupare, al momento, non è tanto la diffusione, ancora abbasta limitata, quanto la capacità della variante di infettare soggetti già vaccinati. Soprattutto i soggetti vaccinati con una sola dose. Il caso del focolaio della palestra di Milano, con un soggetto infettato dopo le due dosi di vaccino sembra un’eccezione o comunque non la regola generale.
Draghi, “Se dovessero ricominciare ad aumentare i contagi, anche noi dovremmo reinserire la quarantena per chi arriva dall’Inghilterra”
Nel corso della conferenza stampa alla conclusione del G7, il premier Draghi ha parlato anche della variante indiana illustrando la strategia ideata nel caso in cui dovessero aumentare i contagi.
“Noi facciamo il tampone a chi entra in Italia. Se dovessero ricominciare ad aumentare i contagi, anche noi dovremmo reinserire la quarantena per chi arriva dall’Inghilterra: ma non ci siamo ancora“.
L’allarme dell’Oms: “La variante Delta è pronta a prendere piede”
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso la sua preoccupazione per la diffusione della variante Delta del Covid. Hans Kluge, direttore dell’Ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’Europa, ha invitato i Paesi a vaccinare gli over 60 non ancora vaccinati.
Kluge ha ricordato come un anno fa i casi siano aumentati prima tra i giovani e poi tra gli anziani, con la diffusione del Covid che ha portato l’Europa alle porte di un lockdown. L’invito è a non commettere nuovamente lo stesso errore mettendo in scurezza i soggetti a rischio e accelerando nella campagna di vaccinazione per arrivare ad una immunità di massa entro la fine dell’estate.
I vaccini sono efficaci?
Guardando alla Gran Bretagna (ma non solo) verrebbe da dire che la variante Delta del Covid rappresenti una minaccia per i soggetti vaccinati. Analizzando gli studi che arrivano proprio dal Regno Unito scopriamo che forse la situazione, che merita di essere seguita con attenzione, è meno allarmante di come sembri.
Gli studi confermano le ipotesi sulle caratteristiche della nuova forma del virus: ha una capacità di trasmissione maggiore del 64% rispetto alla forma originale del virus e raddoppia il rischio di ospedalizzazione.
Nel Regno Unito, più della metà delle persone infettate – quasi il 70% – sono persone non vaccinate. I casi di reinfezione sarebbero quindi pochi.
L’efficacia di AstraZeneca e Pfizer contro la variante Delta del Covid
È possibile fare un’analisi solo per quanto riguarda i vaccini AstraZeneca e Pfizer, ossia i due vaccini somministrati nel Regno Unito. Lo studio sostiene che i due vaccini in questione sono efficaci anche contro la variante indiana ma che sono ovviamente più efficaci al completamento del ciclo di vaccinazione, quindi dopo la seconda dose.
I soggetti vaccinati con una dose hanno una protezione ridotta contro la variante Delta mentre i soggetti vaccinati con due dosi sono sostanzialmente protetti anche se l’efficacia dei vaccini è leggermente inferiore rispetto a quella garantita contro la forma tradizionale del nuovo coronavirus.