Triste realtà: l’incremento dei prezzi e la stagnazione degli stipendi costringono gli italiani ad una “dieta forzata”.
I prezzi aumentano ma gli stipendi restano sempre gli stessi, una realtà che costringe gli italiani a stringere la cinghia e acquistare l’indispensabile. Nonostante ciò, lo scontrino della spesa presenta lo stesso cifre esorbitanti: la situazione attuale delle vendite al dettaglio riflette una realtà in cui le famiglie sono costrette a spendere di più per comprare di meno.
Potere d’acquisto in calo
Secondo i dati più recenti, nel mese di novembre le vendite al dettaglio sono aumentate dell’1,5% in termini di valore di spesa rispetto all’anno precedente, ma sono diminuite del 2,2% per quantità di beni acquistati.
In particolare, le vendite di beni alimentari sono cresciute del 4,1% in valore ma sono diminuite del 2% in volume. Nonostante l’iniziativa “trimestre anti inflazione” varata dal governo, l’effetto su queste cifre sembra essere praticamente inesistente.
Su base annua, il comparto dei profumi e dei prodotti per la cura della persona ha invece registrato un aumento del 5% rispetto a novembre 2022. Al contrario, il settore alimentare ha subito il calo più consistente.
L’Italia ha bisogno d’aiuto
Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, “le famiglie continuano la loro dieta forzata e a stringere la cinghia, essendo costrette a spendere di più pur mangiando di meno“. Inoltre, si evidenzia come il segnale più allarmante provenga dal settore alimentare, che registra un calo sia su base mensile (-0,2%) che annuale (-2%), nonostante un aumento della spesa per cibi e bevande del 4,1% sull’anno.
La Distribuzione moderna si impegna a difendere il potere d’acquisto delle famiglie anche nel 2024, ma sottolinea la necessità di misure a lungo termine per sostenere i consumi e una maggiore attenzione al sistema delle imprese. Resta tutto nelle mani del governo, l’unico che potrà assicurare o meno un futuro più florido per le famiglie italiane.