Anche il Veneto riapre stadi e palasport. Le regole

Anche il Veneto riapre stadi e palasport. Le regole

Con un’ordinanza firmata dal Presidente Zaia, il Veneto apre stadi e palazzetti dello sport a un numero limitato di tifosi.

Anche il Veneto riapre gli stadi e i palazzetti dello sport a un numero limitato di persone. Potranno assistere agli eventi sportivi mille spettatori negli impianti all’aperto e 700 negli impianti chiusi. Zaia segue quindi l’esempio di Bonaccini nonostante l’invito di Boccia a non muoversi in ordine sparso.

Veneto, stadi e palasport aperti al pubblico

La svolta in Veneto arriva dopo che il Presidente della Regione Luca Zaia ha firmato l’ordinanza disponendo la riapertura degli impianti. L’ordinanza è valida dal 19 settembre fino al prossimo 3 ottobre.

Luca Zaia

Le regole in Veneto

Nell’ordinanza sono illustrate anche le regole di comportamento negli impianti. Gli spettatori “hanno l’obbligo di occupare per tutta la durata dell’evento esclusivamente i posti a sedere specificamente assegnati, con divieto di collocazione in piedi e di spostamento di posto, assicurando tra ogni spettatore seduto una distanza minima laterale e longitudinale di almeno un metro“.

Sia al chiuso che all’aperto gli spettatori dovranno indossare la mascherina negli spostamenti. Al chiuso l’obbligo resta anche quando lo spettatore ha raggiunto il proprio posto. All’aperto i tifosi potranno abbassare la mascherina.

È vietato introdurre negli stadi striscioni e bandiere.

Malagò, Serve unità di giudizio

La mini-fuga in avanti di alcune Regioni è stata commentata da Malagò, che ha chiesto unità di giudizio per evitare situazioni caotiche.

“L”ideale sarebbe avere un’uniformità di valutazione. Al momento navighiamo completamente a vista. Certo un impianto indoor non può essere paragonato a un circuito di Formula 1. Ma la questione è chiara: ci sono Governo e Cts, poi le ordinanze regionali in base al tipo di manifestazione e tutto questo è oggetto di discussioni e polemiche. Lo sport non può accettarlo, ma soffre e deve rispettarlo. Le Regioni che osano di più mostrano sensibilità verso le esigenze degli organizzatori. Ora ripartiamo dagli Internazionali di tennis, ma fa riflettere che per le partite di calcio del Parma e del Sassuolo si ragioni in un modo e altrove in un altro, ha dichiarato Malagò come riferito da la Repubblica.

Dal Pino: C’è bisogno di rispetto

Critico anche Dal Pino, intervenuto ai microfoni di Radio Deejay: “A luglio abbiamo fatto con i migliori consulenti in circolazione uno studio di 300 pagine su come riaprire gli stadi in totale sicurezza […], nessuno ci ha mai chiamato nemmeno per affrontare questo discorso. Il Cts fa enormi sforzi per occuparsi del paese, siamo grati a loro per quello che stanno facendo. Ma rispetto al nostro ministero dello sport il dialogo non è quello che dovrebbe essere […]. Mi spiace dirlo, ma devo dirlo a voce alta, c’è bisogno di rispetto. Da parte nostra c’è un movimento che ha poco ascolto“.