Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha risposto picche all’ultimatum dei Paesi europei.
CARACAS – La pressione dell’Unione Europea su Nicolas Maduro non ha avuto effetto. Il gruppo di stati Ue, guidati da Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, aveva dato tempo al presidente del Venezuela di indire nuove elezioni entro domenica 3 febbraio. Altrimenti, sarebbe stato riconosciuto Juan Guaidò, capo dell’Assemblea Nazionale.
L’erede di Chavez non cede
“Non cederò“, ha detto Maduro. Il leader chavista, intervistato dal canale televisivo spagnolo La Sexta, ha dichiarato che non avrebbe mostrato “codardia di fronte a pressioni” di coloro che vogliono la sua uscita di scena dalla vita politica del Venezuela. Ieri, Maduro ha rilanciato: “Facciamo le elezioni parlamentari, sono d’accordo a legittimare di nuovo il potere legislativo“, negando quelle presidenziali.
Il sostegno al leader dell’opposizione
Nel frattempo, Guaidò incassa la conferma del sostegno da parte di molti Paesi. La Francia, per voce del ministro degli Affari Esteri Loiseau, ha ribadito: “Se entro questa notte Nicolas Maduro non si sarà impegnato a convocare elezioni presidenziali, considereremo Guaidò come presidente legittimo del Venezuela“.
L’Italia, invece, si è distinta non assumendo alcuna decisione, adottando la linea della neutralità.
Denuncia al regime
Angelo Palmeri, italo-venezuelano, segretario organizzativo del partito Un Nuevo Tiempo, ha stigmatizzato il comportamento dell’Italia: “Non può esserci neutralità, indifferenza, ambiguità, l’Italia non può voltarsi dall’altra parte davanti alle sofferenze della comunità italiana, ma di tutti i venezuelani. Qui centinaia di migliaia di bambini soffrono la fame. Quando gli italiani emigrarono in Venezuela trovarono le porte aperte, perché adesso lasciano soli noi e i venezuelani?“.