Tra dramma e mistero: le sorprendenti verità dell’incidente del bus di Mestre

Tra dramma e mistero: le sorprendenti verità dell’incidente del bus di Mestre

Approfondimento sulla dinamica dell’incidente mortale del bus di Mestre e le responsabilità, dettagli dell’incidente e delle vittime.

L’inchiesta sulla tragica strage dell’incidente del bus di Mestre, avvenuta il 3 ottobre, si rivela più ardua del previsto. In questa catastrofe, un autobus è precipitato da un cavalcavia, causando 21 vittime e 15 feriti. Nonostante gli sforzi della procura di Venezia, le cause dell’incidente restano oscure.

incidente bus

Analisi degli elementi chiave dell’incidente

Gli investigatori si sono concentrati su tre aspetti principali: la manutenzione del guardrail e del cavalcavia, un potenziale guasto meccanico dell’autobus e un possibile malore dell’autista. La complessità delle indagini risiede nell’incertezza dei risultati finora ottenuti.

Il bus elettrico collegava Venezia al campeggio Hu di Marghera. Dopo aver sbandato, ha percorso circa cinquanta metri sul guardrail prima di cadere dal cavalcavia. Tra le vittime, si annoverano nove turisti ucraini, quattro romeni, tre tedeschi, un croato, due portoghesi, un sudafricano e l’italiano Alberto Rizzotto, l’autista.

Placido Migliorino, ispettore del ministero dei Trasporti, è stato nominato consulente dalla procura. Le sue indagini includono sopralluoghi approfonditi, misurazioni laser 3D del cavalcavia, carotaggi nell’asfalto e analisi dei componenti in laboratorio. Anche la carcassa dell’autobus è stata esaminata dettagliatamente.

Approfondimenti medico-legali sull’autista

Sulla figura dell’autista Alberto Rizzotto, sono state condotte due autopsie e un terzo esame è previsto per il 21 dicembre. I medici Guido Viel e Roberto Rondolini hanno identificato segnali di possibile compromissione cardiaca, benché non evidenti.

Gli esperti informatici hanno esaminato le scatole nere dell’autobus, che registrano dati cruciali come la velocità e la geolocalizzazione. Una contiene video registrati dalle telecamere a bordo, l’altra trasmette dati a un server a Francoforte. La procura dovrà richiedere la collaborazione delle forze dell’ordine tedesche per accedere a questi dati.

La procura ha iniziato ad indagare Roberto Di Bussolo, Alberto Cesaro e Massimo Fiorese, dirigenti comunali e amministrativi coinvolti nella gestione della mobilità e manutenzione, per reati di omicidio stradale e lesioni personali. Recentemente, è stato coinvolto anche Simone Agrondi, dirigente dei Lavori pubblici, per il suo ruolo nel progetto di rinnovo del cavalcavia.

La complessità delle indagini risiede nella molteplicità degli aspetti da considerare: dalle condizioni tecniche del mezzo e dell’infrastruttura, alle condizioni di salute dell’autista, fino alle responsabilità amministrative. Ogni dettaglio potrebbe fornire un tassello cruciale per chiarire le dinamiche di questo tragico evento.