Versamenti non dichiarati al Fisco: ecco quando sono legali
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Direttore: Alessandro Plateroti

I versamenti che non devi dichiarare al Fisco: è tutto legale

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Ci sono somme che non devono essere dichiarate al Fisco, ma non è tutto così semplice come sembra: ecco cosa sapere sui versamenti per non incorrere in sanzioni.

Non tutti i versamenti di denaro devono essere dichiarati all’Agenzia delle Entrate. In Italia, esistono specifiche tipologie di somme che possono essere ricevute o versate senza obbligo di dichiarazione fiscale, purché siano rispettati determinati requisiti e si possa dimostrarne l’origine. Tuttavia, anche in questi casi, è fondamentale essere pronti a rispondere in caso di controlli da parte del Fisco. Vediamo nel dettaglio quali sono queste somme e cosa prevede la normativa.

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Versamenti esenti da dichiarazione: ecco quali non vanno comunicati al Fisco

Una delle categorie esenti da dichiarazione riguarda i prestiti. Quando una persona riceve una somma in prestito, non è tenuta a dichiararla come reddito, in quanto si tratta di un importo da restituire. Tuttavia, è fondamentale documentare il passaggio di denaro, specificando le condizioni del prestito, possibilmente con una scrittura privata firmata da entrambe le parti e con una data certa.

In caso di controllo, il contribuente dovrà dimostrare che si tratta di una somma ricevuta in prestito e non di un reddito occulto. Per questo motivo, è consigliabile evitare lo scambio di somme elevate in contanti e utilizzare strumenti tracciabili, come bonifici bancari.

Donazioni familiari: le soglie da non superare

Anche le donazioni rientrano tra le somme non soggette a dichiarazione, ma entro certi limiti. La normativa prevede che:

  • le donazioni tra genitori e figli siano esenti fino a un milione di euro;
  • le donazioni tra fratelli e sorelle siano esenti fino a 100.000 euro.

Superate queste soglie, scattano le imposte di successione e donazione. Anche in questo caso, è fondamentale conservare una prova documentale del trasferimento di denaro. La forma più sicura è l’atto notarile, che certifica la volontà delle parti e garantisce la data certa del passaggio di denaro.

Vendita di oggetti usati: attenzione alla plusvalenza

Un’altra voce spesso ignorata riguarda la vendita di oggetti usati. Se il contribuente vende un oggetto personale – come un mobile, un elettrodomestico o un’auto – senza realizzare una plusvalenza, il ricavato non è soggetto a tassazione. La plusvalenza si verifica solo quando si rivende un bene a un prezzo superiore rispetto a quello di acquisto e ciò può accadere, ad esempio, nel caso di opere d’arte o beni da collezione.

In ogni caso, è opportuno conservare le ricevute o i documenti di compravendita, soprattutto se le somme ricevute sono elevate.

Vincite al gioco e scommesse: già tassate alla fonte

Le vincite da gioco o scommesse non devono essere dichiarate perché sono già tassate alla fonte. Ciò significa che l’imposta viene trattenuta direttamente dall’ente erogatore (come nel caso del SuperEnalotto o delle piattaforme di scommesse online), e il giocatore riceve un importo già al netto delle imposte dovute.

Tuttavia, se il vincitore decide di versare il denaro su un conto bancario, è sempre consigliabile documentare la provenienza della somma, ad esempio tramite un’attestazione della vincita.

Risarcimenti per danni morali o biologici: nessun obbligo di dichiarazione

I risarcimenti ottenuti a seguito di danni morali o biologici non sono considerati redditi imponibili e dunque non vanno dichiarati. Questa tipologia di somme può derivare da sentenze, transazioni extragiudiziali o assicurazioni.

Nonostante ciò, è buona norma conservare tutta la documentazione legale che attesta l’origine del risarcimento, soprattutto in caso di somme elevate, per evitare problematiche con l’Agenzia delle Entrate.

I controlli del Fisco: il ruolo del questionario e l’onere della prova

Anche se alcune somme non vanno dichiarate, l’Agenzia delle Entrate può comunque avviare un accertamento fiscale in caso di versamenti sospetti, soprattutto se effettuati in contanti. In tal caso, il contribuente riceverà un questionario, con il quale dovrà fornire spiegazioni dettagliate sulla provenienza delle somme.

La responsabilità di provare l’origine lecita del denaro spetta al contribuente. Le prove accettate devono essere documentali, scritte e dotate di data certa. In assenza di queste condizioni, il Fisco potrebbe ritenere le somme non giustificate e quindi soggette a tassazione.

L’importanza della tracciabilità dei versamenti e della documentazione

In un’epoca in cui i controlli fiscali sono sempre più frequenti, è essenziale non solo conoscere le categorie di somme esenti da dichiarazione, ma anche saperle tracciare correttamente. Utilizzare metodi di pagamento trasparenti e conservare ricevute, contratti o attestazioni è la miglior difesa contro eventuali contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

In sintesi, le somme non soggette a obbligo di dichiarazione comprendono prestiti, donazioni entro soglia, vendita di oggetti usati senza plusvalenza, vincite e risarcimenti. Tuttavia, la regola d’oro rimane la tracciabilità e la prova documentale. Il consiglio degli esperti è sempre lo stesso: meglio prevenire che giustificare. Una ricevuta oggi può evitare un accertamento domani.

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ultimo aggiornamento: 5 Maggio 2025 9:15

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