LML Star, ovvero la ‘Vespa indiana’: storia e scheda tecnica

LML Star, ovvero la ‘Vespa indiana’: storia e scheda tecnica

Il celebre scooter della Piaggio è stato prodotto e venduto anche in India fin dagli anni Ottanta tramite la LML che, dal 1999, ha prodotto una Vespa indiana con il proprio marchio.

L’Italia può vantare una grande tradizione sia in ambito automobilistico sia in ambito motociclistico. Sono numerosi i marchi e le Case che, nel corso del ventesimo secolo, hanno concepito e prodotto modelli iconici. Se per quanto riguarda le quattro ruote i riferimenti sono Ferrari, Lamborghini, Maserati, Alfa Romeo e FIAT, nel mondo delle due ruote meritano una menzione particolare la Ducati, la Moto Guzzi e la Piaggio. A quest’ultima si deve la produzione della celeberrima ‘Vespa’.

La Vespa indiana: dalla PX alla Star DeLuxe

Il brevetto dello scooter che più di tutti occuperà un posto di rilievo nella cultura popolare e nell’immaginario collettivo dell’Italia del Secondo Dopoguerra viene depositato nel 1946. Nel corso degli anni, la Piaggio appalta l’assemblaggio e la commercializzazione del modello ad aziende installate in paesi esteri che offrano buone potenzialità di mercato.

È questo il caso dell’India dove, a partire dal 1984, la LML (Lohia Machines Private Limited) produce, su brevetto Piaggio, uno scooter denominato ‘Star’, ovvero la versione made in India della Vespa P-X lanciata in Italia già nel 1977. Dal 1999 in poi, la collaborazione tra la Casa italiana e il costruttore indiano si interrompe e, poiché il brevetto della P-X è scaduto, la LML continua a produrre scooter strettamente derivati dalla Vespa PX (specie NV e Star DeLuxe), importati anche in Italia; la LML Star DeLuxe è stata venduta non solo in Asia ma anche negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda. Dal 23 marzo 2018, la LML Limited è in liquidazione, come si apprende da quello che era il sito ufficiale dell’azienda.

Scheda tecnica della Vespa indiana LML

Lo scooter LML Star è stato prodotto in diverse versioni, equipaggiate con motori a due e quattro tempi di cilindrata compresa tra 125 cc e 200 cc. Vediamo di seguito le caratteristiche tecniche di ciascun modello.

  • LML Star 125. Monta un propulsore monocilindrico a quattro tempi in grado di erogare una potenza di circa 6 kW (8 CV) e una coppia motrice di 9 Nm a 5.000 giri al minuto. Raffreddato ad aria, il propulsore viene coadiuvato da una trasmissione meccanica a quattro rapporti; il freno anteriore è a disco singolo (200 mm) mentre quello posteriore è a tamburo; lungo 1.76 metri e largo 69,5 cm, monta un serbatoio da 8 litri e due cerchi ruota da 10”. Il telaio è costituito da una struttura mista (scocca e tubolare) in acciaio; il sistema delle sospensioni prevede ammortizzatori con molla elicoidale; la massa a vuoto è di 121 kg. Nella variante a due tempi il mezzo risulta più leggero (109 kg di massa a vuoto); dal punto di vista meccanico, le due versioni sono identiche, così come per le prestazioni;
  • LML Star 150. Il motore è lo stesso del 125 (così come la trasmissione), cambia soltanto la cilindrata che, naturalmente, comporta un (leggero) aumento dei riscontri relativi alla potenza massima (5.8 kW a 5.500 giri) ed alla coppia massima (12 Nm a 3.500 giri); valori molto simili caratterizzano la variante con motore a due tempi (9 CV e 11.54 Nm);
  • LML Star 200. La versione più potente della Vespa indiana è spinta da un propulsore monocilindrico a 4 tempi capace di sviluppare una potenza di 9 kW (12 CV) a 6.250 giri al minuto e una coppia motrice di 15 Nm a 4.250 giri.

La presenza sul mercato italiano

La Vespa PX esce definitivamente dai listini della Piaggio nel 2008, per via dell’introduzione di un più severo protocollo di immatricolazione (l’Euro 3 per ciclomotori e motocicli). Anche per questo, la LML – presente sul mercato italiano fin dal 2001 – riesce ad importare con maggior successo la Star DeLuxe sulla quale sono state apportate alcune modifiche necessarie a rispettare i parametri di omologazione più stringenti. In particolare, i nuovi modelli presentavano un pacco lamellare al posto della tradizionale valvola rotante (sui motori a due tempi), un impianto di catalizzazione più efficiente e uno scarico dall’apertura ridotta.

L’anno seguente viene introdotta una nuova motorizzazione, un 4 tempi omologato secondo il protocollo Euro 3. Abbinato a questo propulsore viene proposta una nuova soluzione tecnica: il telaio passa dal tipo a scocca portante a quello a struttura mista. Nel 2013, invece, viene lanciata la versione Star 125 Automatica, grazie alla quale viene introdotta la trasmissione continua rispetto a quella manuale. L’anno successivo la stessa novità viene introdotta anche per il motore quattro tempi da 150 cc.

In generale, il buon successo degli scooter LML sta anche nel fatto che si tratta di mezzi assemblati quasi esclusivamente con componenti Piaggio, il che risultano facilmente reperibili ed intercambiabili per interventi di manutenzione o riparazione.

Il listino prezzi Vespa indiana LML

In generale, l’LML Star presentava prezzi di listino piuttosto accessibili. Le versioni 125 erano in vendita, al nuovo, a cifre comprese tra 2.599 e 2.699 euro mentre la Vespa indiana 150 era a listino a 2.699 euro (4 tempi) o 2.799 euro (2 tempi). Il modello più costoso era l’LML Star 200 con motore a quattro tempi, acquistabile a 2.799 euro.

Per quanto riguarda gli esemplari di seconda mano, una Vespa indiana usata può essere acquistata a prezzi molto inferiori, compresi tra i 500 ed i 1.600 euro, a seconda delle condizioni, dell’anno di immatricolazione e del chilometraggio.

Il fallimento della LML

Come già accennato, la Casa che produce la ‘Vespa indiana’ è in liquidazione dal 2018. Il processo di dismissione dell’azienda inizia nel settembre del 2017, quando la LML annuncia il licenziamento in massa dei propri dipendenti e la sospensione delle attività produttive. Successivamente, la produzione è stata interrotta in maniera definitiva.

L’azienda è entrata in liquidazione perché le banche hanno ritenuto l’unica offerta pervenuta (quella di Rimjhim Ispat) troppo più bassa rispetto al valore di liquidazione della società. Altri soggetti interessati erano il Lohia Group, il Panem Steel, le Neil Industries, la Dolphin Developers e la Mohani Teal (questi ultimi avevano presentato un’offerta congiunta). Il problema della LML era l’enorme ammontare dei debiti pari a quasi 31 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti gli oltre 63 milioni di euro reclamati dai dipendenti (circa duemila) e dai prestatori (tra i quali State Bank of India, Edelweiss, Asset Reconstruction Company, Bank of India e Stressed Assets Stabilization Fund).

Fonte foto: https://www.facebook.com/VespaClubCDMX/