L’Austria frena sul sogno dell’Ucraina di un’ingresso immediato all’interno dell’Unione europea.
Per il ministro degli esteri austriaco ci sono altri modi per aiutare l’Ucraina. Alexander Schallenberg così frena sull’adesione immediata dell’Ucraina all’Ue. Nonostante la volontà da parte di Zelensky e della presidente della Commissione von der Leyen per accelerare i negoziati, l’ingresso nell’Ue per Kiev non sarà così veloce e semplice.
L’Austria non è l’unico stato membro che ha gelato gli entusiasmi europeisti ucraini. Anche la Germania ha proclamato una certa prudenza. Entrambi gli stati germanofoni avevano frenato anche riguardo all’embargo del gas russo data la loro forte dipendenza energetica. La motivazione questa volta però risiede nei rapporti stretti che i due stati intrattengono con gli altri stati che da anni sono candidati per entrare nell’Ue, gli stati balcanici: Albania, Serbia, Macedonia del Nord.
La dichiarazione del ministro austriaco sul preferire “modelli diversi alla piena adesione” non è piaciuta però a Kiev. Il ministro degli Esteri Kuleba ha dichiarato la sua delusione dicendo che sono “strategicamente miopi e incoerenti con gli interessi di un’Europa unita“. A scagliarsi contro Germania e Austria anche tutta la fronda filo-ucraina europea che dopo il no ad armi pesanti e ad embargo non reggono un altro no dei due paesi.
Le alternative di Vienna per Kiev
Ma ciò che propone Vienna non è un veto o una presa di posizione. Propone alternative come un’integrazione dell’Ucraina nella zona economica europea in aeree specifiche come energia o trasporti. A proporre un’altra alternativa è stato Enrico letta con l’istituzione di una Confederazione europea che include i 9 stati in attesa di entrare nell’Ue.
Il percorso è stato avviato ma l’immediatezza auspicata da Zelensky è forse un’utopia. Ottenere l’unanimità dei 27 stati una volta completato il questionario e valutate le sue risposte, non sarà facile. Come si è opposta Vienna non si esclude che anche qualche altro paese, oltre la Germania, possa ostacolare questo percorso che altri Stati richiedono da anni.