Violentata dallo zio a sette anni: le orribili minacce per non parlare

Violentata dallo zio a sette anni: le orribili minacce per non parlare

Abusi e minacce: la storia terribile di una ragazzina violentata dallo zio già a sette anni. I fatti orribili venuti a galla.

Minacce e abusi orribili su una ragazzina. L’ennesimo caso di violenze è stato scoperto. Questa volta a Bastia Umbra, tra Perugia e Assisi. I fatti hanno visto una giovanissima bambina essere violentata dallo zio e minacciata al fine di non rivelare nulla alla famiglia. La vittima ha subito le prime mosse dell’orco già a sette anni.

Violentata dallo zio: il racconto

I terribili episodi di violenza ai danni di una ragazzina, ora 11enne, sarebbero andata avanti per anni e sarebbero iniziati addirittura quando la bambina ne aveva solo sette.

La vittima, violentata dalla zio, avrebbe raccontato tutto a sua madre dopo tanto tempo di abusi. La donna, a quel punto, si è così precipitata alla stazione carabinieri di Bastia Umbra e ha formalizzato una denuncia nei confronti del parente.

Una situazione che ha portato alle indagini e all’accertamento di quanto subito dalla ragazzina.

Le lacrime davanti al giudice

Come riportato da Il Messaggero, nelle scorse ore si è svolta, anche con l’assistenza di una psicologa infantile, l’audizione protetta della ragazzina undicenne che ha denunciato di essere stata abusata dallo zio orco fin da quando aveva sette anni di età ed.

La vittima ha raccontato tutto nonostante lo stato di agitazione. Stando a quanto si apprende, nelle fase del drammatico racconto, la piccola non avrebbe retto e sarebbe scoppiata a piangere.

L’uomo, un 47enne, è stato arrestato con le accuse di violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di una minore infraquattordicenne e portato nel carcere di Regina Coeli.

Va precisato che l’orco aveva anche tentato di far perdere le sue tracce. Sempre secondo Il Messaggero, infatti, l’uomo si era nascosto negli ultimi giorni a casa di un fratello, dopo una fuga di un paio di settimane in Romania, quando aveva intuito che gli investigatori gli erano ormai col fiato sul collo.

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