Violenza a Chef Rubio: indagini per lesioni aggravate dall’odio razziale

Violenza a Chef Rubio: indagini per lesioni aggravate dall’odio razziale

Aggressione a Chef Rubio: la procura di Roma ha aperto un fascicolo per lesioni aggravate dall’odio razziale.

La procura di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine per lesioni aggravate dall’odio razziale in merito all’aggressione subita da Gabriele Rubini, meglio conosciuto come “Chef Rubio”.

L’attacco è avvenuto il 15 maggio scorso fuori dalla sua residenza a Frascati, nei Castelli Romani. La denuncia, inizialmente presentata sui social e successivamente presso la Questura il giorno seguente, ha fatto sì che la Digos prendesse in carico le indagini.

Le accuse di Chef Rubio

In un video pubblicato su X, come riportato da Tg24.sky.it, Rubini ha denunciato l’accaduto mostrando le ferite riportate, inclusa una testa sanguinante, e le condizioni della sua automobile dopo l’aggressione.

Lo chef ha dichiarato che “alcuni sionisti” lo avevano attaccato: “Terroristi. Questi sono gli ebrei sionisti. Mi hanno aspettato fuori casa in 6 e hanno tagliato i fili del cancello per picchiarmi“.

Nel video, Rubini ha mostrato anche un pezzo di legno usato durante l’aggressione. Nonostante la violenza subita, lo chef ha affermato con determinazione: “Potete massacrarmi ma tanto non mi piego“.

Le indagini della Digos

Le indagini, attualmente contro ignoti, si concentrano sulla raccolta di prove e testimonianze che possano confermare le dichiarazioni di Rubini e identificare i responsabili.

Le immagini delle telecamere di sicurezza della zona sono al vaglio degli investigatori, nella speranza di trovare elementi utili per identificare le sei persone coinvolte nell’attacco.

La Digos sta anche analizzando i danni riportati dall’automobile di Rubini e il pezzo di legno usato per colpirlo. La posizione pro-Palestina dell’uomo ha spesso suscitato polemiche e critiche, rendendo questo attacco particolarmente significativo in termini di motivazioni razziali.

La procura di Roma ha deciso di indagare l’episodio come un possibile crimine d’odio, dato il contesto delle dichiarazioni di Rubini e la natura delle accuse rivolte agli aggressori.