Orribile violenza sessuale e maltrattamenti alla moglie: l’assurda reazione

Orribile violenza sessuale e maltrattamenti alla moglie: l’assurda reazione

Un uomo è stato condannato per violenza sessuale e maltrattamenti sulla moglie. Dopo la sentenza, ha reagito violentemente in tribunale.

Mercoledì 26 giugno, il Tribunale di Bergamo ha emesso una sentenza di condanna a undici anni di carcere nei confronti di un uomo di 36 anni accusato di violenza sessuale e maltrattamenti ai danni della moglie. La richiesta iniziale del pubblico ministero era di nove anni e tre mesi, ma la Corte ha deciso per una pena più severa. L’uomo, era già stato condannato a otto anni per quattro rapine a mano armata.

I fatti contestati coprono un periodo di otto mesi, da agosto 2022 ad aprile 2023, durante i quali la moglie ha subito continui abusi fisici e psicologici. La sentenza ha incluso anche una provvisionale di 15mila euro, con ulteriori risarcimenti da stabilire in sede civile. La giudice ha negato le attenuanti generiche, sottolineando l’assenza di pentimento dell’imputato e i suoi precedenti penali, caratterizzati da violenza e aggressività.

Il caos in aula

Subito dopo la lettura della sentenza, l’aula del tribunale è stata teatro di una scena di violenza. L’imputato, visibilmente alterato, ha sferrato un calcio alla sedia su cui era seduto, rompendola. Gli agenti della polizia penitenziaria sono immediatamente intervenuti per bloccarlo, ma l’uomo ha continuato a scalciare, colpendo anche il vetro di protezione. La situazione è stata così fuori controllo che sono stati necessari ulteriori rinforzi per contenere l’uomo. Come riportato da fanpage.it

Anche la madre e la sorella dell’imputato, presenti in aula, hanno tentato invano di calmarlo. La scena ha evidenziato ulteriormente il carattere violento dell’uomo, rafforzando la decisione del tribunale di non concedere attenuanti.

Implicazioni e reazioni

La condanna ha sollevato reazioni contrastanti. Da una parte, la gravità della pena è stata accolta come un segnale forte contro la violenza domestica, un problema purtroppo diffuso ma spesso sottovalutato. Dall’altra, la violenza esplosa in aula ha sollevato preoccupazioni sulla gestione della sicurezza nei tribunali e sul supporto psicologico necessario per le vittime e i familiari coinvolti.

La moglie dell’imputato, condannata a due anni, cinque mesi e dieci giorni per complicità nelle rapine, sta affrontando un percorso di riabilitazione e supporto psicologico per superare i traumi subiti. La comunità di Casirate d’Adda è rimasta scossa dagli eventi, e molte associazioni locali stanno promuovendo iniziative per sensibilizzare sul tema della violenza domestica e offrire sostegno alle vittime.

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