In Italia, dall’inizio del 2025, si registrano almeno 20 decessi e 179 casi di infezione da virus West Nile.
Dall’inizio del 2025, in Italia si sono registrati almeno 20 decessi legati all’infezione da virus West Nile e 179 casi confermati. Il quadro epidemiologico, pur preoccupante, ricalca i trend osservati negli ultimi anni, come indicano i dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità come riportato da ansa.it.

Aggiornamento sui decessi e distribuzione territoriale
Rispetto all’ultimo bollettino ISS del 7 agosto, ai cinque decessi non ancora registrati si aggiungono altri casi: due nel Lazio (Aprilia e Cori), uno in Campania (Capua) e uno in Lombardia (Milanese). La vittima più recente è un uomo di 90 anni di Paderno Dugnano, deceduto all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo. Nello stesso periodo sono morti anche un uomo di 85 anni a Cori e un 83enne a Capua, tutti con pregresse patologie croniche.
I nuovi casi notificati dopo il 7 agosto sono sei: due a Catanzaro, uno a Roma, uno a Trento, uno nel Biellese e uno a Oristano. Questo incremento porta il totale nazionale a 179 infezioni confermate. In risposta, diverse regioni hanno avviato campagne di disinfestazione, come a Latina e Rapallo, e in Liguria è stato istituito un tavolo tecnico per la prevenzione delle arbovirosi.
Andamento storico e tasso di letalità
La letalità del virus, calcolata sui casi neuro-invasivi, è attualmente del 15%, in linea con anni precedenti: nel 2018 era del 20% (618 casi e 49 decessi), nel 2024 del 14% (484 casi e 36 decessi). Il 2023 ha registrato 332 casi e 27 morti, mentre nel 2022 i casi erano 588 con 37 vittime.
Negli anni più vicini alla pandemia di Covid-19 si è osservata una flessione (55 casi e nessun morto nel 2019; 68 casi e 5 morti nel 2020). Nel periodo 2012-2017 non sono stati segnalati decessi, con un massimo di 71 casi nel 2016 e un minimo di 28 nel 2012.
L’attuale situazione mostra che, pur essendo il virus West Nile presente e attivo, l’andamento è coerente con i cicli stagionali già osservati. Le autorità raccomandano misure preventive personali, come l’uso di repellenti e la riduzione dei ristagni d’acqua, fondamentali per limitare la proliferazione delle zanzare del genere Culex.