Nel salotto di Giovanni Floris va in scena il dibattito sul caso Almasri, con Corrado Augias che critica la premier Giorgia Meloni.
Il caso Almasri ha trovato ampio spazio nella puntata di DiMartedì, il talk show condotto da Giovanni Floris su La7. Al centro della discussione, il video-messaggio con cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato di aver ricevuto una comunicazione giudiziaria, un tema che ha scatenato una dura reazione da parte di Corrado Augias.
“Solito vittimismo”, Augias contro la Meloni
“Solito vittimismo”, ha esordito Augias, criticando l’approccio comunicativo della premier. Ma il vero punto di tensione si è registrato quando il giornalista ha messo in discussione la natura giuridica dell’atto ricevuto dalla premier e da alcuni ministri del governo.
Nel corso del dibattito, Augias ha voluto chiarire la sua posizione sul documento ricevuto da Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
“Se ho letto bene i documenti, non è un avviso di garanzia. Si tratta di una notifica, di un esposto presentato da un avvocato e trasmesso al Tribunale dei ministri. È un atto dovuto”, ha precisato Augias.
Floris ha accolto l’osservazione con interesse, lasciando spazio a un’analisi più approfondita della questione, ma senza nascondere una certa aggressività nel porre le sue domande.
L’accusa: “Strategia di comunicazione vittimistica”
Nel suo intervento, Augias ha poi attaccato direttamente la strategia comunicativa di Meloni, sostenendo che il suo discorso pubblico sia costruito per alimentare una narrazione di persecuzione politica.
“Questo fa parte di quella strategia di comunicazione vittimistica che la nostra signora Meloni spesso ha adottato”, ha dichiarato Augias.
“Lei dice: ‘Non sono ricattabile, non ho paura, vado avanti a testa alta’. In realtà, la bugia che ha detto, perché non è un avviso di garanzia, indica una certa titubanza”, ha aggiunto.
Un aspetto che ha sorpreso alcuni osservatori è stato il mancato riferimento di Augias e Floris alla tempistica della vicenda. L’apertura dell’indagine coincide infatti con il percorso della riforma della giustizia proposta dal governo, che include la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti. Un dettaglio che, però, non ha trovato spazio nel dibattito in studio.