Il 12 febbraio 1980, alla Sapienza a Roma, il professor Vittorio Bachelet veniva trucidato in un agguato terroristico delle Brigate Rosse.
Era il 12 febbraio 1980 quando Vittorio Bachelet, illustre giurista e docente universitario, viene barbaramente ucciso dai terroristi.
12 febbraio 1980, cade Vittorio Bachelet
Il professore, all’epoca 53enne, è raggiunto da Annalaura Braghetti e Bruno Seghetti, membri della colonna romana delle Brigate Rosse, i quali gli esplodono contro otto colpi calibro 32 Winchester. Al momento dell’agguato, sul mezzanino della scalinata che porta alle aule professori della facoltà di Scienze politiche della Sapienza, Bachelet si trovava in compagnia di alcuni assistenti, tra cui la giovane Rosy Bindi.
La stessa Braghetti ha rivelato che la scelta era ricaduta su Bachelet in quanto privo di scorta.
Una vita dedicata al mondo cattolico
Vittorio Bachelet si era laureato nel 1947 in Giurisprudenza, diventando assistente volontario della cattedra di diritto amministrativo. Oltre al profondo interesse per il diritto, comincia a manifestare anche una certa passione politica. Nel 1959 papa Giovanni XXIII lo nomina vicepresidente dell’Azione Cattolica Italiana con il compito di rinnovare l’intera associazione. Da questo momento il legame con la più famosa delle istituzioni cattoliche non si romperà più, e nel 1964 ne diviene presidente.
Iscritto alla Democrazia Cristiana, amico e ammiratore di Aldo Moro, dopo le elezioni amministrative del giugno 1976 viene eletto Consigliere comunale a Roma.
Il 21 dicembre dello stesso anno avviene l’elezione a vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, del quale fa parte come membro laico.