Feltri in lacrime al Tg1 per la morte di Berlusconi: “E’ riuscito dove nessuno ce l’aveva fatta”

Feltri in lacrime al Tg1 per la morte di Berlusconi: “E’ riuscito dove nessuno ce l’aveva fatta”

Vittorio Feltri si mostra in lacrime durante il collegamento con il Tg1, ricordando la sua ultima telefonata con Silvio Berlusconi.

Seppure con la sua consueta ironia, Vittorio Feltri spende due parole in onore di Silvio Berlusconi, morto questa mattina alle 9.30 all’ospedale San Raffaele di Milano. Durante il collegamento telefonico con il Tg1, ricorda in lacrime la loro ultima telefonata avvenuta di recente.

vittorio feltri

“Adesso finalmente sarà issato sugli altari: uno per diventare simpatico a tutti deve morire. Ma in vita gliene hanno combinato di tutti i colori per stenderlo”, dice Feltri accusando la magistratura, “che è riuscita a condannarlo per reati che non poteva aver commesso perché si era dimesso da tutte le società”.

Le vittorie di Berlusconi

Anche il direttore di Libero lo definisce come uno degli uomini più importanti di questo Paese, che “è riuscito dove nessuno era riuscito”. Berlusconi ha costruito a Milano 2, poi si è dedicato alle tv private riuscendo a fare “una concorrenza spietata alla Rai”.

Ha fondato anche la famosa banc, Mediolanum, che è una delle più importanti d’Europa, senza trascurare il calcio, per cui anche il Milan ha voluto omaggiarlo. “Ha vinto le elezioni dopo tre mesi di campagna elettorale e da allora è sempre riuscito ad andare avanti”, ricorda Vittorio Feltri.

Vittorio Feltri: “Mi ha fatto diventare ricco”

Più che come politico, Feltri preferisce ricordare l’ex Cavaliere come editore. “È stato lui ad assumermi al Giornale dopo l’uscita di Montanelli”, racconta. Quel giornale, che all’epoca vendeva 115mila copie, Feltri è riuscito a portarlo a 156mila copie. “La cosa lo aveva esaltato e mi premiò regalandomi il 7% dell’azienda. Mi ha fatto diventare ricco e io non posso che essergli eternamente grato”, aggiunge.

Recentemente, aveva sentito telefonicamente Silvio Berlusconi, “e lui aveva un modo un po’ sfottente con cui mi chiamava, che era ‘numero uno’, a me che non sono neanche il numero ’cento'”, continua il direttore di Libero.

“Aveva una cordialità addirittura eccessiva nei miei confronti e non posso che ricordarlo come un grandissimo uomo, come non ne avevo mai conosciuto uno uguale e come mai ne conoscerò un altro. Davanti alla morte di Berlusconi sono commosso”, conclude.