Vittorio Feltri critica il Festival di Sanremo, condotto da Amadeus, e la moda ormai diffusa di definirsi antifascista.
Nella sua Stanza sul Giornale, Vittorio Feltri ha riflettuto su come l’affermarsi antifascista, sia diventato un inno che si manifesta in contesti diversi, dalla cultura allo spettacolo, fino a raggiungere le platee di eventi nazionalpopolari come il Festival di Sanremo.
Vittorio Feltri: antifascismo come posizione o moda
Il noto giornalista osserva con una certa dose di scetticismo questa tendenza a proclamarsi antifascisti: “A tutti i costi“, descrivendola come una moda, una posa che trova spazio nei contesti più vari e spesso appare forzata o inopportuna.
La critica non si rivolge all’antifascismo in sé, che l’autore non condanna, bensì alla modalità ostentata e quasi obbligatoria con cui viene espressa questa posizione politica. “Nulla di male nel proclamarsi antifascisti“, afferma Feltri, ma si interroga sul perché sia necessario farlo con tale enfasi e in contesti non strettamente politici.
La politica sul palco di Sanremo
Un esempio lampante di questa tendenza è individuato nel Festival di Sanremo 2024. All’interno di questo evento musicale, l’antifascismo e altre posizioni politiche hanno trovato voce attraverso canzoni, monologhi e dichiarazioni dei partecipanti. “Il festival non fa eccezione: il palco viene impiegato anche per fare politica, sempre a favore di una certa corrente“, ha criticato Feltri. Il noto giornalista sottolinea come il dibattito politico sembri ormai permeare anche spazi tradizionalmente considerati apolitici o destinati all’intrattenimento.
Feltri si spinge oltre, notando una certa unilateralità nell’espressione delle posizioni politiche, con una prevalente critica al fascismo e un silenzio quasi totale sull’antagonismo al comunismo, nonostante le storiche violenze e soppressioni attribuibili anche a tale ideologia. “Nessuno si dichiara mai anticomunista“, osserva, puntando il dito contro una certa retorica che etichetta automaticamente tale posizione come sinonimo di fascismo, razzismo, o sessismo.