Cosa succede a Vittorio Feltri? Penna molto più soft al Giornale

Cosa succede a Vittorio Feltri? Penna molto più soft al Giornale

Il direttore ha detto la sua sul rapporto genitori e figli rivelando la sua opinione sul miglior metodo di educazione.

All’improvviso Vittorio Feltri, questo è ciò che verrebbe da dire vedendogli scrivere un pezzo così dolce come quello pubblicato oggi da Il Giornale. Il giornalista, famoso per le sue affermazioni e considerazioni taglienti, ha parlato di educazione, spendendo parole al miele per chi, durante l’adolescenza, si sente perso.

Ieri – scrive Feltri – ho letto su diversi quotidiani alcuni commenti autorevoli riguardo la condizione giovanile, i nostri metodi educativi e la nostra maniera di approcciarci a figli e nipoti. L’occasione è stata offerta, in effetti, dagli ultimi dati diffusi da Telefono Amico, i quali sono alquanto raccapriccianti: al centralino dell’organizzazione di volontariato sono giunte 3.700 richieste di aiuto per gestire pensieri autodistruttivi e persino suicidari soltanto nei primi sei mesi del 2023, il 37% in più rispetto al primo semestre dell’anno scorso“.

Vittorio Feltri

Il suicidio dei giovani

Una vera e propria piaga il suicido in età adolescenziale, che il direttore commenta così: “A rivolgersi a tale associazione – afferma Feltri, riferendosi al Telefono Amico – sono stati in particolare giovani tra i 19 e i 35 anni, come se non bastasse, apprendiamo che è recente il fenomeno tra i giovanissimi, che adoperano soprattutto Whatsapp e mail per lanciare il loro Sos. In effetti, genera turbamento l’idea che gli adolescenti, che si sono appena affacciati alla vita, meditino sulla morte fino al punto di considerarla una via di fuga da valutare e tentare per evadere da una esistenza che appare grigia e senza prospettive, triste, monotona, addirittura pesante da portare avanti“.

Devo dire – prosegue Vittorio Feltri – che senza dubbio noi coltiviamo lo stereotipo della adolescenza come verde e felice età di spensieratezza, primi amori, emozioni, scoperte, assenza di responsabilità. Questa visione è una caricatura. L’adolescenza è di fatto una fase della vita persino tragica, di sicuro drammatica, in cui l’individuo subisce sconvolgimenti ormonali e fisici e si trova a dovere costruire la parte più difficile di se stesso: la sua propria identità. Quindi, essere teenager fa schifo, e non solo per i brufoli. Ma se ieri era arduo attraversare questo momento, oggi credo sia peggio“.

Come si educano i figli?

“Ho l’immagine di una fanciullezza mai così tutelata come oggi – commenta il direttore – eppure anche mai così sola e in balia di se stessa. Tu mi chiedi cosa dobbiamo fare: essere accoglienti, morbidi, accondiscendenti, tolleranti, non invasivi, forse pure remissivi nei confronti di figli e nipoti, o, al contrario, essere più duri, più severi, più intransigenti”.

“Siamo divenuti tutti distratti – conclude Feltri – immersi in un mondo virtuale che assorbe troppo della nostra giornata, poco pazienti, per nulla disponibili. Se amiamo figli e nipoti, dobbiamo dire loro no, quando è giusto. La severità è necessaria, sebbene essa non debba mai e per nessun motivo scantonare nella umiliazione e nella violenza“.