Vittorio Sgarbi e il caso del dipinto “La cattura di San Pietro”: accuse e sospetti

Vittorio Sgarbi e il caso del dipinto “La cattura di San Pietro”: accuse e sospetti

Vittorio Sgarbi al centro di una controversia legale riguardante un’opera d’arte del XVII secolo e un conflitto con il restauratore Mingardi.

Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi si trova al centro di un’indagine giudiziaria che riguarda il quadro “La cattura di San Pietro” di Rutilio Manetti, un’opera del 1600. L’arte e la giustizia si intrecciano in questo misterioso caso, che vede Sgarbi indagato per furto e autoriciclaggio di opera d’arte. La Procura di Macerata ha disposto il sequestro dell’opera, trovata nei magazzini della fondazione di Sgarbi nel Ferrarese, per sottoporla a perizia. Sgarbi, convinto della sua innocenza, ha già presentato una richiesta di dissequestro.

Vittorio Sgarbi

Gianfranco Mingardi e le accuse di lavori non pagati

Mingardi, il restauratore incaricato del restauro del dipinto, emerge come figura chiave. Questi sostiene di non essere stato mai pagato per il suo lavoro, nonostante abbia restaurato diverse opere per Sgarbi nel corso di oltre vent’anni. Il suo rapporto con il critico d’arte si è deteriorato, sfociando in una querelle legale per i presunti mancati pagamenti.

La tela, descritta da Mingardi come danneggiata dai grassi di cucina, è stata oggetto di un restauro che secondo l’ipotesi degli inquirenti potrebbe aver coinvolto un’opera rubata nel 2013 in Piemonte. Mingardi nega qualsiasi manipolazione non autorizzata del quadro, sostenendo di aver soltanto eseguito il suo lavoro.

Il dibattito su ritardi e manca pagamenti

Mingardi afferma di avere un credito di oltre 200.000 euro nei confronti di Sgarbi, a seguito di ritardati pagamenti che hanno portato a cause legali. Racconta di aver interrotto ogni rapporto lavorativo con Sgarbi, anche a causa di tentativi non graditi di accordi tramite emissari.

Sgarbi, rispondendo con indignazione alle accuse, mette in dubbio la veridicità delle affermazioni di Mingardi. Critica la precisione con cui il restauratore descrive la posizione del quadro e solleva interrogativi sulla data effettiva di consegna dell’opera. Sgarbi nega che Bocedi, menzionato da Mingardi come intermediario, lavorasse per lui in quel periodo e presenta testimonianze a sostegno della sua versione dei fatti.

Il caso “La cattura di San Pietro” rimane avvolto nel mistero, con Sgarbi e Mingardi che sostengono versioni contrapposte. La giustizia ora dovrà fare luce su questa complessa vicenda che intreccia arte, restauri e presunti crimini, mentre il mondo dell’arte attende con interesse l’esito delle indagini.