Yahya Sinwar, leader di Hamas, ucciso da un colpo di pistola alla testa. Khalil al-Hayya potrebbe essere il prossimo leader.
Il leader di Hamas, Yahya Sinwar, è stato ufficialmente dichiarato morto dopo un colpo di pistola alla testa, come rivelato dai risultati di un’autopsia condotta dalle autorità israeliane.
Secondo quanto riportato dal New York Times, il dottor Chen Kugel, direttore dell’istituto forense israeliano, ha confermato che Sinwar era stato inizialmente ferito al braccio da schegge, probabilmente provenienti da un attacco missilistico. Il leader palestinese aveva tentato di improvvisare un laccio emostatico attorno al braccio ferito, ma senza successo.
La morte di Yahya Sinwar e i dettagli dell’autopsia
Le circostanze precise del colpo che lo ha ucciso rimangono tuttavia poco chiare. “Non è ancora chiaro chi abbia sparato il colpo, quando sia stato sparato e quale arma sia stata utilizzata”, riporta il New York Times.
Il tutto sarebbe avvenuto durante una pattuglia di sorveglianza dell’esercito israeliano nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Le forze israeliane, durante l’operazione, hanno attaccato l’edificio in cui si nascondeva Sinwar, il quale sarebbe morto poco dopo.
Khalil al-Hayya possibile nuovo leader di Hamas
Con la morte di Yahya Sinwar, la leadership di Hamas entra in una fase delicata. Secondo Bloomberg, “Khalil al-Hayya è uno dei candidati più probabili per assumere il comando dell’organizzazione”. Al-Hayya, una figura di rilievo all’interno del gruppo e attualmente basato in Qatar, ha già manifestato la sua opposizione alla liberazione degli ostaggi israeliani finché Israele non fermerà i suoi attacchi su Gaza.
La morte di Sinwar ha aperto un vuoto di potere all’interno di Hamas, un’organizzazione strutturata su due rami principali: uno politico, rappresentato da Ismail Haniyeh con sede in Qatar, e uno militare, precedentemente guidato da Sinwar a Gaza.
Secondo gli analisti, questo equilibrio potrebbe ora pendere verso la leadership esterna. Anche se tale scelta potrebbe creare un distacco tra la leadership e i combattenti sul campo.
In questo contesto di incertezza, la figura di Khalil al-Hayya sembra emergere come quella più idonea a gestire le prossime mosse del gruppo. In un periodo in cui le pressioni internazionali e i conflitti interni rendono più complessa la gestione della crisi.