Yamaha Tricker: scheda tecnica del modello datato 2005

Yamaha Tricker: scheda tecnica del modello datato 2005

La Yamaha Tricker viene lanciata sul mercato motociclistico nel 2005 per incontrare il gusto dei più giovani fornendo loro una moto leggera e facile da customizzare.

La Yamaha Tricker è un modello di motocicletta prodotto dalla Yamaha a partire dal 2005. La sua denominazione completa è ‘Yamaha XG 250 Tricker‘. Si presenta come il risultato dell’incrocio di una mountain bike con una moto classica, caratterizzato un profilo molto simile a quello di una BMX, economica e maneggevole. Prodotta inizialmente per il solo mercato giapponese, è arrivata successivamente anche in Europa.

Scheda tecnica della Yamaha Tricker

Per quanto concerne le specifiche tecniche, il motore della Yamaha Tricker è un quattro tempi monocilindrico con distribuzione monoalbero (indicata in inglese con la sigla SOHC, ovvero ‘Single over head camshaft’) a due valvole. Questo propulsore raffreddato ad aria ha una cilindrata di 249 centimetri cubici, un rapporto alesaggio corsa pari a 74.0 per 58.0 millimetri e un sistema di induzione Mikuni MV33/1.

Il power train è collegato ad una trasmissione primaria ad ingranaggi, finale a catena a cinque marce; la frizione è del tipo multidisco in bagno d’olio con comando a cavo. Il motore è in grado di sviluppare una potenza massima pari a 19 cavalli (14 kW) a 7500 giri.

Le sospensioni, invece, montano una forcella telescopica sull’anteriore con un’escursione ruota di 180 mm; sul posteriore, invece, si trova un forcellone in acciaio scatolato con monoammortizzatore ed escursione ruota  pari a 172 mm. Il sistema frenante è costituito da un freno singolo da 220 millimetri all’anteriore e 203 al posteriore. Le gomme anteriori hanno cerci da 19 pollici mentre quelli posteriori da 16.

Pur essendo pensata per un pubblico prevalentemente giovane, la Tricker presenta dimensioni non certo trascurabili: la moto infatti è lunga due metri esatti, è larga 810 millimetri ed è alta 1130. Il passo sfiora il metro e mezzo (1330 millimetri) e la seduta si trova a 790 millimetri dal suolo. Il peso a secco dichiarato è di 118 chili e la capacità del serbatoio è di sei litri. Dal punto di vista dei consumi della Yamaha Tricker e delle prestazioni, il costruttore ha indicato i seguenti valori: velocità massima raggiungibile 116.4 km/h, consumi pari a 26.6 km con un litro di carburante.

Come nasce la Yamaha Tricker

La famosa casa motociclistica giapponese sviluppa la Tricker a partire da una specifica indagine di mercato. I produttori di motociclette si ritrovano sempre a fare i conti con un particolare problema di mercato, ossia la reticenza da parte dei più giovani ad avvicinarsi al prodotto. Il punto è molto semplice: la casa motociclistica di Iwata puntava ad attirare l’attenzione di chi cerca una moto ma senza volersi ‘impegnare’ con un mezzo troppo potente, ingombrante o costoso. Una sorta di compromesso, una soluzione intermedia che catturasse l’attenzione dei giovani aspiranti motociclisti.

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Per questo la Yamaha, nell’ambito dello sviluppo della Tricker, ha condotto una serie di indagini preliminari di mercato il cui risultato mostrava come ai giovani aspiranti ‘bikers’ piacessero le impennate e la personalizzazione della propria moto. Da queste indicazioni scaturisce prima un prototipo (denominato ‘Air Tricker’, presentato in anteprima al Motor Show di Tōkyō) e poi la moto vera e propria, la XG250 che vede la luce nel 2005, quando venne svelata ad Amsterdam.

Il risultato è una moto dalla linea molto essenziale (adatta tanto a contesti urbani quanto extraurbani), non distante da una BMX classica, ma con alcune specifiche che la rendono più particolare ed appetibile. Non ci sono dettagli tecnici o estetici eccessivi, né tanto meno componenti esposte a facile deterioramento; ogni singolo elemento si combina in maniera armoniosa in un prodotto agile e scattante, facile da maneggiare che offre prestazioni e rendimento molto soddisfacenti. Non manca qualche piccola nota stonata, come ad esempio il faro anteriore dal design non certo moderno e il rubinetto della riserva, da aprire manualmente quando il motore comincia a dare segnali di sofferenza. Anche la strumentazione in dotazione si limita al minimo indispensabile: il tachimetro è analogico e le tre spie presenti sono quelle essenziali per chi si mette alla guida.

Le ruote dentate strette, le barre ampie e il serbatoio alloggiato in diagonale, che presenta un profilo particolarmente ‘asciutto’ ed armonico, perfettamente integrato con l’andamento della seduta singola (l’unico difetto è che il sedile, essendo sottile e non molto imbottito, rischia di diventare scomodo molto rapidamente) concorrono all’immagine sportiva del modello.

Leggera e maneggevole ma poco adatta alle evoluzioni

Pur non essendo particolarmente potente, il motore da 250 cc è molto pratico da utilizzare, sebbene leggermente rumoroso. La guida è facilitata – oltre che dalla seduta piuttosto alta – dagli ottimi specchietti retrovisori, dalla grande maneggevolezza, per niente pregiudicata dall’ampiezza stessa della moto, e dall’efficacia delle sospensioni che ben assorbono le irregolarità del fondo stradale.

Pur essendo stata concepita e realizzata per un pubblico giovane e amante delle ‘evoluzioni’, la Yamaha Tricker tradisce il proprio nome rendendo particolarmente ostica la riuscita di ogni sorta di ‘trick’. Il motore, infatti, non ha abbastanza coppia per impennare, se non mediante una combinazione di giri e un gioco di frizione. Allo stesso modo, il freno anteriore, essendo piuttosto sottile, non è abbastanza potente per le cosiddette ‘impuntature‘ (ossia frenare al punto da far sollevare la ruota posteriore mantenendo il mezzo in equilibrio su quella anteriore bloccata). Per tanto, malgrado il nome, la Yamaha Tricker si presenta molto più adatta a tracciati urbani di media percorrenza, dal momento che le sue caratteristiche la rendono particolarmente adatta a sgusciare nel traffico cittadino evitando i tratti maggiormente congestionati.

Se l’anima ‘tricker’ di questo modello Yamaha resta limitata per lo più al nome, l’altro parametro tenuto in considerazione dai progettisti giapponesi – ossia la possibilità di personalizzazione della moto – trova invece piena soddisfazione. L’azienda nipponica, infatti, offre oltre due dozzine di optional mediante i quali è possibile rendere unico ciascun esemplare: tra gli accessori della Yamaha Tricker vi sono le protezioni giallo brillante per il manubrio, gli assali per le ruote, il motore e il forcellone e il freno a due dita in pieno stile BMX. Al momento del lancio sul mercato, la Yamaha Tricker era disponibile in tre diverse varianti di colore e veniva venduta ad un prezzo di listino di 3.990 euro.

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