Yara Gambirasio, Bossetti: “Cerco di non farmi uccidere dalla giustizia”

Yara Gambirasio, Bossetti: “Cerco di non farmi uccidere dalla giustizia”

Esce su Netflix la docuserie “Il caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio”. Massimo Bossetti racconta la sua lotta con la giustizia per il caso Yara Gambirasio.

Si torna a parlare del caso Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra, uccisa nel novembre 2010. Oggi su Netflix, esce la docuserie “Il caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio” dove si discute della vicenda e si chiama in causa anche colui che è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della ragazzina, Massimo Bossetti. Proprio l’uomo ha fatto delle affermazioni molto forti nell’opera sottolineando la sua battaglia con la giustizia.

Massimo Bossetti

Yara Gambirasio, la lotta di Massimo Bossetti

Come detto, esce oggi su Netflix la docuserie “Il caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio”. L’opera tratta la vicenda della tredicenne di Brembate di Sopra, uccisa nel 2010. Si tratta di cinque puntate da una cinquantina di minuti ciascuna. La docuserie, prodotta da Quarantadue, sviluppata e diretta da Gianluca Neri, scritta insieme a Carlo Gabardini e Elena Grillone, con la collaborazione di Alessandro Casati, Cristina Gobbetti, Camilla Paternò, si pone come obiettivo, quello di ricostruire il caso cercando di analizzare alcuni aspetti della triste storia con tanto di dichiarazioni inedite di colui che è stato arrestato per l’omicidio della ragazzina, Massmo Bossetti.

Per la prima volta, infatti, il muratore di Mapello si è lasciato andare a parole pesanti sul caso: “È più facile puntare il dito contro una persona, condannarla, che ammettere di aver fatto un grosso sbaglio”, le frasi anticipate in queste ore da Il Giornale. “Provate a immedesimarvi. Come persona. Come marito. Come padre. Come figlio”. E ancora: “Non riesco a vedere il mio futuro. Cerco con forza di vivere il presente giorno per giorno, di dare la forza ai miei figli, di non preoccuparsi, di non cercare di farli sentire come mi sento. E mi fa male perché non riesco a essere compreso della realtà di quello che sono. Ma cerco di farmi valere, cerco di non farmi uccidere dalla giustizia che ha tentato di abbattermi”.

Parla l’avvocato di Bossetti

A Fanpage, in occasione dell’uscita della serie Netflix, l’avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, ha spiegato il motivo per il quale il proprio assistito ha deciso di accettare di mettersi in gioco in questa opera sul caso. “Ciò che ha sempre caratterizzato anche la mia difesa è stata la volontà di essere il più aderente possibile ai documenti. Ogni affermazione che ho fatto, sia in tribunale che fuori, è sempre stata supportata da elementi oggettivi, non ho mai detto niente che non sia riscontrabile negli atti”, ha premesso l’avvocato di Bossetti.

Il legale ha sottolineato come ci sia stato tanto lavoro dietro questa serie, anche nell’ottica di ricevere le giuste autorizzazioni per far parlare proprio il muratore dal carcere. “Secondo me, come già detto, era fondamentale che venisse fatta una ricostruzione il più oggettiva possibile. […] Io non ho mai chiesto che ci fosse un prodotto ‘pro difesa’, ma uno oggettivo, questo sì”.

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