Yara Gambirasio, la moglie di Bossetti: “Quando ho scoperto che era l’assassino…”

Yara Gambirasio, la moglie di Bossetti: “Quando ho scoperto che era l’assassino…”

Dopo l’uscita della docuserie sul caso di Yara Gambirasio, arrivano le parole della moglie di Bossetti, all’ergastolo per l’assassinio della ragazza.

Sono tantissimi gli spunti che arrivano dalla docuserie Netflix, ‘Il caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio’, dedicata appunto alla vicende della ragazzina 13enne Yara Gambirasio, uccisa a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo e per il cui omicidio è stato ritenuto colpevole e condannato all’ergastolo Massimo Bossetti. Nell’opera, uscita nelle scorse ore, è presente anche l’inedita testimonianza della moglie del muratore di Mapello, la signora Marita Comi.

funerali Yara Gambirasio

Caso Yara Gambirasio: parla la moglie di Massimo Bossetti

Nella docuserie dedicata all’omicidio della povera 13enne, come detto, ci sono diverse testimonianze inedite da parte dei protagonisti della vicenda. Tra queste, anche quella della moglie di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’assassinio di Yara. La donna, Marita Comi, ha raccontato quali siano stati i suoi comportamenti nel giorno della scoperta relativa al fatto che suo marito fosse il killer della ragazzina.

“Mio figlio era seduto sul divano ed è uscita la notizia che avevano preso l’assassino di Yara. Io guardandolo ho pensato: ‘Meno male, lo hanno preso, finalmente!'”, ha detto. Ma poi: “In quel momento è entrata mia figlia dal terrazzo, urlando che entravano i carabinieri. Io mi ricordo solo che ero seduta in cucina che piangevo e da lì mi hanno preso e mi hanno detto che mio marito era l’assassino di Yara“.

Anche le ore seguenti non furono facili: “A noi sembrava un po’ tutto assurdo, sembrava un film. I bambini avevano paura a uscire, non volevano essere ripresi, farsi vedere. Avevo i giornalisti assediati fuori casa. C’è stato un episodio, quando eravamo a casa di mio fratello. I bambini erano fuori in giardino che giocavano. I giornalisti si sono avvicinati e gli hanno chiesto dov’ero, loro si sono un po’ spaventati”.

“L’ho pressato”

La Comi ha ripercorso anche le fasi seguenti alla scoperta sottolineando che per lei sia stato uno shock: “Venivo da un interrogatorio in cui non ho parlato, mi sono avvalsa della facoltà di non rispondere. Mi hanno tenuto per un’ora in sala con loro, mi hanno fatto vedere il furgone che passava tredici volte e tutti gli orari. Sono stata un po’ scioccata anche io”, le sue parole.

E ancora: “È vero che io l’ho pressato (a Bossetti ndr) nei seguenti colloqui, mi hanno definita peggio della pm. Mi sembra anche naturale, non potevo far finta di niente, andare al colloquio e non chiederglielo. Ho insistito, gli ho chiesto in tutti i modi di dire la verità, di dirmelo”, ha ammesso la moglie del muratore di Mapello svelando quindi anche questo lato inedito della vicenda.

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