Il neo ministro della Pubblica amministrazione italiana è tornato ad esprimersi sulla possibilità di tornare allo smart working.
Secondo il neo ministro della Pubblica amministrazione italiana, lo smart working “può funzionare” e intende “procedere” con il lavoro agile. Continua l’accesa diatriba che da una parte vede coloro che sono favorevoli allo smart working, dall’altra coloro che sono contrari.
Secondo quanto stabilito in merito alla questione, le imprese dovranno comunicare l’elenco di tutti i dipendenti che hanno firmato un accordo individuale per lavorare in parte in presenza e in parte in modalità remota.
Il neo ministro della Pubblica amministrazione, Roberto Zangrillo, ha asserito: “È sbagliato” pensare che lo smart working non funzioni, “l’importante è organizzarsi. Ma può essere uno strumento molto utile”. Sono queste le dichiarazioni del ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, durante un’intervista a La stampa.
Secondo il Ministro, “A studiare, con l’obiettivo di dare continuità alle azioni che puntano alla semplificazione e all’innovazione e combattere la falsa narrazione che la pubblica amministrazione sia lenta e ripiegata su sé stessa”.
E prosegue: “Se si vuole far funzionare una organizzazione, bisogna partire dal mettere al centro le persone che ne fanno parte”, secondo il ministro. ”Bisogna investire sui 3,2 milioni di dipendenti pubblici, per renderli consapevoli delle responsabilità e del ruolo che ricoprono, fornendo loro strumenti adeguati anche attraverso una formazione mirata, così da accrescere motivazioni e senso di appartenenza”.
Infine ha concluso: “Sono appena stati firmati i rinnovi di contratti attesi da tempo, che riguardano 2,2 milioni di dipendenti, circa l’85% del personale pubblico”, dice Zangrillo. E continua: “Introducono benefici retributivi importanti, che permettono a sanitari, insegnanti e dipendenti degli enti locali di trascorrere un Natale più sereno, ma innovano anche le regole sulla classificazione professionale e liberalizzano i percorsi di carriere, economici e giuridici, coniugando merito, formazione ed esperienza professionale”.