Volodymyr Zelensky presenterà il suo piano di pace per l’Ucraina a Washington. Discussioni con Biden, Harris e Trump.
Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, ha annunciato l’intenzione di portare un piano di pace a Washington per discutere con il presidente americano Joe Biden e i principali candidati alle prossime elezioni presidenziali, come Kamala Harris e Donald Trump. L’obiettivo è quello di ottenere supporto internazionale per una soluzione che garantisca la fine del conflitto con la Russia, ma che salvaguardi l’integrità e la sicurezza dell’Ucraina.
Zelensky: consultazioni a Washington per il piano di pace
Durante un intervento al forum di Cernobbio, Zelensky ha sottolineato che ci sono alcuni punti del piano che “dipendono dagli Stati Uniti”, un partner cruciale sia in termini di supporto militare che diplomatico. La questione centrale riguarda l’utilizzo delle armi fornite dagli USA, con Kiev che preme per poterle utilizzare anche in profondità nel territorio russo. La reazione di Washington su questo punto resta incerta, con il Pentagono che esprime preoccupazioni su un’escalation del conflitto.
Accuse di collaborazione tra Iran e Russia
Mentre Zelensky cerca alleati per il suo piano di pace, una nuova accusa internazionale scuote il panorama geopolitico. Il Wall Street Journal ha riportato notizie secondo cui l’Iran avrebbe fornito missili balistici alla Russia, che sarebbero utilizzati contro l’Ucraina. Oltre ai missili, Mosca ha già impiegato i droni kamikaze iraniani Shahed in numerosi attacchi.
Le autorità iraniane hanno prontamente smentito le accuse, dichiarando che il loro Paese non solo non è coinvolto nel conflitto, ma invita altre nazioni a non fornire armi. Nonostante la smentita, le preoccupazioni rimangono alte, con il governo ucraino che chiede alla comunità internazionale di intensificare la pressione su Teheran e Mosca per porre fine alla fornitura di armamenti. Nel frattempo, sul campo di battaglia, le forze russe hanno conquistato nuovi territori nella regione di Donetsk, complicando ulteriormente gli sforzi diplomatici.
La diplomazia globale si trova quindi a un punto di svolta, con le grandi potenze coinvolte in un delicato equilibrio tra il sostegno a Kiev e il rischio di un’escalation militare.