Zio orco violentava le nipotine se sbagliavano le tabelline: “non dire nulla alla mamme se no ti farò…”

Zio orco violentava le nipotine se sbagliavano le tabelline: “non dire nulla alla mamme se no ti farò…”

Orrore a Roma, dove lo Zio orco è stato condannato per aver abusato delle due nipotine: ma l’uomo da la colpa a Satana.

Due innocenti nipotine che per anni sono state molestate dallo Zio, a cui venivano affidate dai genitori. Accadeva nella periferia sud di Roma, dove l’uomo, invece di proteggerle, le ha sottoposte a violenze inaudite. Una volta che la verità è uscita allo scoperto, per il 50enne sono scattate le manette.

L’orrore inaudito sulle nipotine

Le violenze sulle due di bambine, di 5 e 6 anni, avvenivano in diverse circostanze: a volte come punizione per aver sbagliato le tabelline, altre volte mentre guardavano la televisione o giocavano con il tablet, nella casa dove il parente viveva con la madre.

L’uomo prometteva regali, cioccolatini e caramelle alle due nipotine, tentando di convincerle che quello che stava facendo era normale, che “l’amore è l’amore”, dicendo spesso frasi del tipo “Ti voglio sposare, facciamo un figlio”. “È un nostro segreto, non dire nulla alla mamma e ti farò un regalo”, diceva l’uomo alle nipotine ogniqualvolta abusava di una di loro.

Gli abusi sono andati avanti per anni, fino a quando la bambina più grande, all’età di 12 anni, ha rivelato tutto ai genitori. Lo zio allungava le mani su di lei mentre guardavano un film, a volte la bambina è stata anche costretta a vedere filmati pornografici.

L’arresto dello zio pedofilo

Dopo la confessione della giovane vittima, la famiglia ha denunciato il parente, oggi 50enne. Quando è stato scoperto, lo zio pedofilo ha cercato di giustificare il suo comportamento incolpando Satana: era lui a parlargli e dire cosa fare. Tuttavia, i giudici non gli hanno creduto.

La sentenza di Appello ha confermato la condanna a 14 anni di carcere. Le due sorelle, in tutti questi anni, hanno vissuto un incubo che si è protratto dal 2014 al 2022. Quasi come fosse un girone dantesco dell’inferno, un incubo racchiuso tra le anguste stanze di un appartamento nella periferia Sud di Roma.

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