L’attentato alla discoteca La Belle a Berlino avvenne il 5 aprile 1986. La bomba uccise tre persone. Emersero le responsabilità della Libia di Gheddafi.
Era l’1.45 del 5 aprile 1986 quando all’interno de La Belle, nota discoteca situata nella parte occidentale di Berlino, un ordigno deflagrò sotto un tavolo vicino allo stand del disc jockey.
Attentato a La Belle, tre morti
La discoteca era collocata all’interno del Roxi-Palast, un grosso palazzo situato lungo la popolare Hauptstrasse. L’ordigno uccise sul colpo Nermin Hannay, una ragazza 29enne di origine turca, e Kenneth Ford, sergente dell’esercito americano di stanza in Germania. Dopo due mesi di agonia morì in ospedale anche James Goins, anch’egli militare Usa. Oltre duecento i feriti, molti dei quali rimasero invalidi.
Berlino, nel mirino gli americani
Fin da subito agli inquirenti apparve chiaro la matrice terroristica e che l’obbiettivo fossero gli Stati Uniti. La discoteca La Belle era notoriamente frequentata da militari americani.
La responsabilità della Libia
Nonostante accuse e sospetti nei confronti della Libia di Gheddafi, l’inchiesta giudiziaria arrivò alla svolta solo dopo aver potuto consultare gli archivi della Stasi. Il procuratore tedesco indagò così su Abdulghasem Musbah Eter, un libico che aveva lavorato presso l’ambasciata libica a Berlino Est, e che il servizio segreto indicava come un agente. Nel 2001 Musbah Abdulghasem Eter, e due palestinesi, Yasser Mohammed Chreidi (alias Yasser Al-Shuraidi, o Yassir Chraidi) e Ali Chanaa, vennero condannati dal tribunale di Berlino per favoreggiamento nell’omicidio, e l’ex moglie di Chanaa, la tedesca Verena Chanaa, venne condannata per omicidio in quanto trasportò di persona la bomba.