Il presidente della Dc, Aldo Moro, viene assassinato il 9 maggio 1978 dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di sequestro. Il corpo venne rinvenuto a metà strada tra le sedi del Pci e dei democristiani.
Era il 9 maggio 1978 quando le Brigate Rosse annunciavano la morte di Aldo Moro per mano violenta. Terminava così, con l’esito più tragico, il sequestro del presidente della Democrazia Cristiana.
La telefonata a Tritto
Quel giorno, Francesco Tritto, assistente universitario di Moro, ricevette di prima mattina una telefonata da Valerio Morucci, capo della colonna romana delle BR, il quale annunciava la morte del politico democristiano.
Il ritrovamento del corpo di Aldo Moro
In pochi minuti, forze dell’ordine e giornalisti si precipitarono in via Caetani dove, come riferito da Morucci, il corpo senza vita di Aldo Moro venne rinvenuto nel baule di una Renault 4 rossa, rubata qualche giorno prima. Simbolicamente, la strada era posta a metà tra Piazza del Gesù e via delle Botteghe Oscure, i luoghi delle sedi dei due partiti protagonisti del “compromesso storico”, fortemente voluto dal presidente democristiano. Il commando terrorista esplose 12 proiettili.
La strage di via Fani
L’alto esponente della Democrazia Cristiana era stato rapito il 16 marzo in via Fani, dove poco dopo le 9 del mattino un commando di brigatisti assaltò le due auto al servizio di Aldo Moro: i cinque agenti di scorta furono trucidati. Quel giorno alla Camera si presentava il quarto Governo Andreotti, con la partecipazione dei comunisti.