Nuova indagine da parte della Procura di Agrigento sulla Sea Watch. Il Consiglio Europeo: “La Libia non è un porto sicuro per i migranti”.
ROMA – Altro giro, ennesima indagine aperta da parte della Procura di Agrigento sui migranti. Il pm Salvatore Vella ha iniziato un’inchiesta per il reato di immigrazione clandestina contro ignoti. Il fascicolo è stato aperto dopo lo sbarco delle 10 persone in gravi condizioni di salute. I profughi sono stati interrogati dalla Squadra Mobile per sapere qualcosa di più sulla partenza dalla Libia.
L’apertura dell’inchiesta non ha ancora provocato la reazione di Matteo Salvini, impegnato a Washington. In passato il vicepremier ha criticato duramente la Procura di Agrigento sottolineando la colpa dei magistrati di aver dissequestrato la nave dopo il sequestro iniziale. Non è escluso che in caso di un nuovo sbarco in Italia nelle prossime ore la Sea Watch venga nuovamente sequestrata per effettuare i controlli prima di un nuovo ritorno in mare.
Migranti, il Consiglio d’Europa: “La Libia non è un porto sicuro”
Il Consiglio d’Europa, intanto, ha confermato che la Libia non è un porto sicuro. “I migranti salvati in mare – sottolinea Dunja Mijatovic citato da La Repubblica – non devono essere fatti sbarcare a Tripoli. Sono molto preoccupata per l’atteggiamento del governo italiano nei confronti delle ONG che conducono operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. La Sea Watch deve attraccare il prima possibile in un porto sicuro“.
Il commissario per i diritto umani attacca duramente anche il decreto sicurezza bis: “Sono seriamente preoccupata per l’impatto che alcune parti potrebbero avere sulla vita delle persone che necessitano di essere salvate in mare“. Tra le norme che preoccupano più il Consiglio d’Europa le sanzioni per le imbarcazioni private che potrebbero essere impegnate in salvataggio di migranti nel Mediterraneo. Ma da parte dell’Italia nessun passo indietro sulla questione immigrazione.
fonte foto copertina https://twitter.com/seawatch_intl