Risvegli di Giuseppe Ungaretti: il testo e l'analisi della poesia
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Risvegli di Giuseppe Ungaretti: il testo e l’analisi

Giuseppe Ungaretti

Giuseppe Ungaretti, Risvegli: il testo della poesia, la parafrasi, l’analisi e il commento del testo con il quale il poeta parla degli orrori della guerra.

Grande protagonista dell’esame di Maturità 2019 è Giuseppe Ungaretti (la vita e le opere del poeta), uno degli autori scelti per la prima prova. Il testo circolato nelle prime ore del 19 giugno era quello di Risvegli.

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Risvegli, il testo

“Ogni mio momento
io l’ho vissuto
un’altra volta
in un’epoca fonda

fuori di me

Sono lontano colla mia memoria
dietro a quelle vite perse

Mi desto in un bagno
di care cose consuete
sorpreso
e raddolcito

Rincorro le nuvole
che si sciolgono dolcemente
cogli occhi attenti
e mi rammento
di qualche amico
morto

Ma Dio cos’è?

E la creatura
atterrita
sbarra gli occhi
e accoglie
gocciole di stelle
e la pianura muta

E si sente
riavere.”

Giuseppe Ungaretti
Fonte foto: https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Ungaretti

La parafrasi del testo

Ogni momento della mia vita
l’ho rivissuto un’altra volta
in un’epoca profonda
e lontana da me

Non riesco a ricordare bene
tutte le altre vite vissute e ormai andate nel passato

Riemergo in un bagno di familiari ricordi,
che sono a me cari, e mi sento più sereno

Osservo le nuvole fino a che non si frantumano lentamente
e mi tornano alla mente ricordi di amici defunti

Cos’è Dio?

E quella creatura impaurita, con gli occhi spalancati,
con lo sguardo accoglie la rugiada cosmica
e le pianure che cambiano.

E si sente rinascere.

Risvegli di Giuseppe Ungaretti: l’analisi del testo e il commento

L’impatto visivo della poesia resta un tratto distintivo dei testi di Giuseppe Ungaretti. Versi brevi, spezzettati , con gli spazi bianchi che conservano un’importanza vitale per la lettura e la comprensione del testo.

Con pochi versi scarni, diretti, come colpi di fucile, a volte di mitraglia, Ungaretti parla degli orrori della guerra.

La poesia è stata scritta nel 1916, quindi nel corso del primo conflitto mondiale, quando l’immaginazione era l’unica via di fuga certa dall’inferno del conflitto, dove ogni giorno poteva essere l’ultimo. Il ricordo dei famigliari può rappresentare una sorta di porto sicuro dove rifugiarsi almeno per un attimo, quello degli amici no. Molti non ci sono più molti potrebbero non esserci il giorno dopo.

I cambi di ritmo dettano il passo, Tanti versi legati da enjembements e poi la lunga pausa dello spazio bianco che invita alla riflessione più profonda.

La poesia sembra raccontare di uno dei viaggi introspettivi del poeta che ritorna con la memoria agli orrori del conflitto, agli amici morti, alle città distrutte, un bagaglio di esperienze e orrori che condizionano inevitabilmente la vita dell’uomo.

Proprio l’orrore della guerra spinge Ungaretti a una visione quasi onirica che lo porta a ricordare altre vite vissute.

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ultimo aggiornamento: 19 Marzo 2021 16:02

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