Perché Mattarella ha dato il mandato per formare il governo Pd-M5S e non ha sciolto le Camere fissando nuove elezioni politiche?
Il giorno dopo le consultazioni al Quirinale, ossia il giorno in cui rientra ufficialmente in scena Giuseppe Conte nelle vesti premier incaricato, le piazze, reali e virtuali, si fanno una domanda: perché Mattarella ha dato il mandato per la formazione di un governo Pd-Movimento 5 Stelle?
Perché Mattarella ha dato il mandato per la formazione del governo Pd-Movimento 5 Stelle?
A prima vista sembrerebbe una mossa anti-democratica che calpesta i diritti dei cittadini e degli elettori italiani. Sicuramente quello destinato a nascere non è un governo popolare, nel senso che non sarebbe il governo che il popolo avrebbe scelto per guidare il paese.
Gli ultimi risultati elettorali utili, senza prendere in considerazioni i sondaggi, premiano la Lega di Salvini, danno una speranza al Pd e testimoniano il calo del Movimento 5 Stelle. E al governo ci vanno gli ultimi due, che fino a ieri si sono insultati senza troppa eleganza, come in fondo avevano fatto Salvini e Di Maio nella campagna elettorale che poi avrebbe portato alla formazione del governo del cambiamento.
La maggioranza relativa in Parlamento e lo scioglimento delle Camere
Il primo motivo, necessario ma non sufficiente per evitare il ritorno al voto, è il fatto che la nuova coalizione, con il sostegno del Gruppo Misto, ha la maggioranza in Aula. Quindi ha margini di governo e la possibilità di guidare il paese attraverso le tradizionali vie democratiche.
Secondo la Costituzione il Presidente della Repubblica può “sciogliere anticipatamente una o entrambe le Camere, sentiti i loro Presidenti, salvo che negli ultimi sei mesi del proprio mandato (c.d. “semestre bianco”). Il divieto non opera se gli ultimi sei mesi coincidono, anche parzialmente, con gli ultimi sei mesi della legislatura (clausola di salvaguardia per il c.d. “scioglimento tecnico”)“.
Compito del Presidente della Repubblica è anche quello di evitare uno scioglimento delle Camere in tempi brevi, ossia a poco tempo dalla loro formazione,
C’è quindi una “imposizione di un limite temporale al potere di scioglimento, che non può essere esercitato nell’anno successivo alle elezioni della Camera dei deputati. Anche nel caso in cui il Governo presenti le proprie dimissioni, il Presidente non potrà pertanto sciogliere la Camera, se questa sia stata rinnovata da non più di un anno; si è dunque inteso, in primo luogo, evitare la possibilità di scioglimenti troppo ravvicinati nel tempo, che avrebbero contrastato con le esigenze di stabilità politica perseguite dalla riforma“.
Il programma condiviso del possibile governo giallorosso
Al termine di una faticosa corsa contro il tempo, Pd e Movimento 5 Stelle hanno presentato al Presidente della Repubblica un programma condiviso. Presumibilmente un qualcosa di simile a un elenco puntato che il premier incaricato Giuseppe Conte avrà il compito di sviscerare a approfondire.
Un premier condiviso da Pd e Movimento 5 Stelle: Giuseppe Conte
Il terzo elemento che ha spinto Mattarella a dare il mandato per la formazione del governo Pd-Movimento 5 Stelle è il fatto che le due forze politiche abbiano presentato un nome da incaricare come presidente del Consiglio, ossia quello di Giuseppe Conte.