Sparatoria a Trieste, il killer poteva uccidere dieci agenti. Secondo i rilievi i colpi esplosi sono stati 17. Confermato il fermo per il 29enne.
TRIESTE – Altre novità in arrivo sulla sparatoria a Trieste. Secondo una prima ricostruzione i colpi sparati dal killer dominicano sono stati 17 e questi potevano uccidere altri agenti. Il 29enne, infatti, avrebbe aperto il fuoco contro 10 poliziotti ma fortunatamente non tutti i proiettili sono danti a segno. Ancora da chiarire alcune cose sulla dinamica di questo duplice omicidio visto che il giovane non ha rilasciato nessuna dichiarazione.
Sparatoria a Trieste, da chiarire la posizione del fratello
Le indagini non si fermano e gli inquirenti sono al lavoro per chiarire la posizione del fratello maggiore. Nel primo interrogatorio il giovane dominicano ha ribadito la sua estraneità alla vicenda: “Mi sono messo paura – ha detto agli inquirenti citato dal Corriere della Sera – e ho deciso di chiudermi in una stanza. Pensavo che volesse uccidere anche me. Ho messo la scrivania vicino alla porta almeno fino a quando non ho sentito più rumori. Mio fratello correva avanti indietro per il corridoio“.
Versione al vaglio degli inquirenti che stanno cercando di chiarire meglio quanto successo in Questura durante i tragici momenti della sparatoria.
Confermato il fermo del killer
Il magistrato, intanto, ha confermato il fermo del killer. Il 29enne, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, nelle prossime ore dovrebbe essere nuovamente interrogato dagli inquirenti per cercare di ricostruire i motivi di questo gesto.
Prevista anche una perizia psichiatrica per il giovane. Una vicenda che continua ad avere dei punti ancora da chiarire. Le indagini non si fermano e molto presto potrebbero esserci importanti novità sulla vicenda. Si attendono i risultati dell’autopsia sul corpo delle vittime per avere altri elementi su quanto accaduto nella Questura di Trieste.
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