Milano, condannato a venti anni di carcere il trentacinquenne che uccise il suocero accusato di aver abusato di sua figlia. Riconosciute le attenuanti generiche.
Rozzano, Milano: 20 anni di carcere all’uomo che uccise suo suocero a colpi di pistola dopo aver saputo che abusava della nipotina, ossia di sua figlia.
Omicidio di Rozzano: uccise il suocero accusato di aver abusato di sua figlia
Il caso di cronaca si era svolto a Rozzano, nel Milanese. L’uomo di trentacinque anni aveva scoperto che il suocero abusava della nipote, ossia di sua figlia. A questo punto avrebbe deciso di farsi giustizia da solo e ha ucciso il familiare a colpi di pistola.
Venti anni di carcere al killer, riconosciute le attenuanti generiche per lo stato di forte turbamento. Condannato a diciotto anni il complice
Il pubblico ministero aveva chiesto per l’uomo una condanna all’ergastolo per omicidio volontario premeditato. Il gup che ha seguito il caso ha riconosciuto le attenuanti. Alla fine dell’iter processuale si è arrivati a una condanna di venti anni di detenzione in carcere. Al soggetto sono state riconosciute le attenuanti generiche legate allo stato di forte turbamento legato alla scoperta degli abusi sessuali su sua figlia.
Ha ricevuto una condanna a diciotto anni di carcere invece l’uomo che ha accompagnato il soggetto fino al luogo dell’omicidio. Per i giudici si tratta di un complice e per questo motivo è stato condannato.
Le reazioni dell’opinione pubblica
La sentenza ha fatto discutere e divide l’opinione pubblica tra chi ritiene che in un mondo civile non sia tollerabile la giustizia personale e chi invece è convinto che al trentacinquenne dovessero essere riconosciute attenuanti che avrebbero dovuto rendere la pena meno severa.