Coldiretti, il ‘made in Italy’ in agricoltura è in buona parte il prodotto del lavoro di 370.000 persone straniere che hanno trovato regolarmente lavoro.
Un’indagine della Coldiretti evidenzia come più di un quarto del Made in Italy che arriva sulle nostre tavole sia figlio del lavoro di più di 350.000 persone provenienti da 155 Paesi del mondo e che hanno trovato un’occupazione regolare nel nostro settore agricolo.
Coldiretti, il ‘Made in Italy’ in agricoltura è in buona parte opera degli stranieri
La Coldiretti evidenzia come la presenza di lavoratori stranieri nel settore dell’agricoltura sia ormai un fenomeno strutturale.
Analizzando nel dettaglio i numeri, al primo posto troviamo a comunità rumena. Seguono i marocchini e gli indiani. Fuori dal podio albanesi, senegalesi, polacchi, tunisini, bulgari, macedoni e pakistani.
“I lavoratori stranieri contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo su un territorio dove va assicurata la sicurezza sul lavoro e la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale”, ha dichiarato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
Gli stranieri alla guida di imprese agricole
L’impatto è notevole se consideriamo che i 370.000 lavoratori stranieri forniscono il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. Ma non è tutto Molti di questi sono anche alla guida di imprese agricole, svolgendo quindi un ruolo imprenditoriale.
Il problema dello sfruttamento
Resta però da risolvere il problema dello sfruttamento dei lavoratori stranieri. Le norme contro il caporalato stanno portando i risultati sperati ma non bastano a garantire la dignità e l’abolizione della nuova frontiera della schiavitù