Ma con chi stanno i bambini durante la fase 2? Chi paga le spese?
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Direttore: Alessandro Plateroti

Se il governo si dimentica dei bambini (e penalizza i genitori)

Conte Coronavirus

Coronavirus, nella fase 2 c’è il problema dei bambini. Se i genitori tornano a lavoro e gli anziani saranno soggetti a limitazioni, chi guarderà i figli?

Fossero confermate tutte le notizie emerse fino a questo momento sulla fase dell’emergenza coronavirus, il quadro non sarebbe propriamente idilliaco soprattutto per le famiglie con figli.

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Sommiamo le indicazioni arrivate da voci istituzionali e tracciamo il quadro. Le aziende riapriranno. Non tutte insieme, forse a zone sicuramente in maniera graduale. Ma riapriranno. Le persone con più di 75 anni di età con ogni probabilità dovranno continuare ad osservare norme restrittive o comunque limitazioni alla mobilità. Parliamo, numeri alla mano, della fascia più a rischio. Chiudono il quadro le recenti dichiarazioni della ministra Azzolina che ha fatto sapere che difficilmente le scuole riapriranno entro la fine dell’anno scolastico. E i bambini con chi stanno?

Con chi staranno i bambini nella fase 2 del coronavirus?

Il problema è evidentemente delle famiglie con due genitori che lavorano e i bambini piccoli che non possono tornare a scuola. Se hanno anche la sfortuna di avere nonni over 75 non hanno molte opzioni a disposizione: congedo parentale o baby sitter, nella speranza che il governo intervenga in maniera consistente per limitare i danni sul bilancio economico del nucleo familiare.

Ma il problema rischia di ripresentarsi a settembre. Se davvero la scuola dovesse cambiare le carte in tavola con la didattica flessibile o dovesse organizzare la giornata scolastica a turni, chi guarderà i bambini? Ci saranno variazioni anche nella giornata lavorativa dei genitori senza ripercussioni sulla busta paga?

Tutte misure inefficaci

La sensazione è che si procederà con lo smart working (laddove possibile), congedi parentali e bonus baby sitter, che alla lunga potrebbero dare risultati decisamente inferiori alle aspettative.

Se il bonus baby sitter dovesse essere quello varato a marzo sarebbe inutile. Seicento euro per sessanta ore. Che non coprono decisamente il mese lavorativo.

Per quanto riguarda i congedi parentali la situazione è ancora più spinosa. Quindici giorni con paga dimezzata. Restano scoperti altri quindici giorni e resta per strada una parte consistente dello stipendio. Non per scelta o colpa del lavoratore-genitore.

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fonte foto https://twitter.com/Palazzo_Chigi

Un governo che non parla dei bambini

Pur facendo uno sforzo di memoria, non emergono discorsi e riflessioni sul dramma dei bambini, che sono tra quelli che più soffrono della situazione. Gli adolescenti hanno bisogno di socializzare, i bambini più piccoli hanno la necessità di correre, camminare, vedere la luce del sole. La sensazione che trapela è che i bambini siano un problema dei genitori. Uno dei messaggi peggiori che possa passare. I provvedimenti per agevolare i genitori sono stati messi in campo, ma forse ci si aspettava qualcosa in più dal punto di vista umano.

Scarica QUI la guida con tutte le precauzioni da prendere per limitare il contagio da coronavirus.

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ultimo aggiornamento: 18 Aprile 2020 11:07

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