Fase 2, sulle riaperture Conte cede alle Regioni che rivedono anche le linee guida dell’Inail. Il Comitato Tecnico Scientifico non è più il faro del governo?
L’Italia – dal punto di vista teorico – è pronta al secondo step della Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Il governo ha trovato un accordo con le Regioni per le riaperture. E la sensazione è che il premier Conte abbia ceduto il passo proprio nel momento in cui avrebbe dovuto imporsi.
L’Italia corre (rispetto al piano originario), dal 18 maggio è quasi liberi tutti
Il 18 maggio diventa la data chiave e il processo di allentamento delle misure restrittive si completerà, salvo variazioni legate ai dati sui contagi, entro il prossimo 3 giugno. Si riapre con largo anticipo rispetto al primo programma stilato dal governo. Un programma sicuramente prudenziale.
Conte prende le distanze dalle indicazioni dei tecnici e si sposta verso le richieste dei governatori delle Regioni. Dal 18 maggio le riaperture saranno su larga scala e le norme di sicurezza dettate dalle linee guida dell’Inail vengono ammorbidite in maniera significativa.
La distanza di sicurezza all’interno dei ristoranti e sulle spiagge viene rivista e ridotta. Questo per le pressioni dei gestori dei locali e dei governatori delle Regioni che si sono fatti portavoce delle preoccupazioni dei ristoratori, ad esempio.
Riaperture, Conte cede alle pressioni delle Regioni
Forse per la prima volta dall’inizio dell’emergenza coronavirus il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si distanzia dalle indicazioni degli scienziati per assecondare le esigenze della politica e dell’economia. A discapito della prudenza, inevitabilmente. E lo fa nel momento più difficile e delicato dell’emergenza.
Nella Fase 1 l’unico problema era quello della tempestività, ma la strada era segnata. Si doveva chiudere tutto. Non c’erano alternative. Ma nella fase 2 la situazione cambia. Bisogna riaprire tenendo conto di diverse condizioni.
Da una parte ci sono gli esperti, che tendono a tirare il freno ricordando che l’epidemia non è finita e che il virus continua a circolare sul territorio nazionale. Dall’altra ci sono i governatori delle Regioni, che invece spingono per riaprire il prima possibile. Ci sono poi le pressioni del mondo del lavoro che ha le sue esigenze e pretende – legittimamente – di essere ascoltato.
Il ruolo del Comitato Tecnico Scientifico durante la Fase 2 dell’emergenza coronavirus
La sensazione è che il Comitato Tecnico Scientifico non rappresenti più la stella polare del governo, ma una risorsa da sfruttare solo in caso di emergenza. Se il coronavirus dovesse tornare ad essere una minaccia il Cts detterà le regole. Fino a quando i dati continueranno ad essere incoraggianti si proverà ad accontentare i governatori delle Regioni. Se la decisione – azzardata – di Conte sarà quella giusta lo scopriremo solo con il tempo.
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Fonte foto copertina: https://www.facebook.com/GiuseppeConte64/