Per il bonus bici è necessario lo scontrino parlante. Passo indietro da parte del Mit.
ROMA – Sembra essersi sbloccata la questione del bonus bici. Nelle ultime settimane sul beneficio è andato in scena uno scontro tra la ministra De Micheli e il collega Costa sulle modalità per richiedere il rimborso (massimo 500 euro) previsti dal decreto Rilancio.
Alla fine, secondo quanto scritto dal Corriere della Sera, sembra essere prevalsa la linea del ministero dell’Ambiente. Per ottenere il rimborso, quindi, non basterà un semplice scontrino per dimostrare di aver comprato la bici, ma servirà una fattura o scontrino parlante, cioè quello che solitamente lasciano le farmacie per detrarre le spese mediche.
La palla passa al Mef
Il passo indietro da parte della ministra De Micheli è il primo passaggio per sbloccare definitivamente questo beneficio. La palla, infatti, ora passa al Mef che dovrà bollinare il decreto attuativo e, di conseguenza, sbloccare la messa online del portale per richiedere il rimborso.
Soldi che potranno essere retroattivi visto che l’emendamento inserito nel decreto rilancio prevede la possibilità di poter richiedere il beneficio dal 4 maggio.
Il ruolo del rivenditore
Una decisione quella presa dal Governo che rischia di escludere molti italiani che, dopo l’acquisto della bici, hanno ricevuto un semplice scontrino. I cittadini potranno ritornare dal venditore e richiedere una fattura.
Più difficile, invece, avere lo scontrino parlante. Fino alla fine del 2019 tutti gli esercenti che non avevano un fatturato superiore a 400mila euro erano esentati ad avere un registratore telematico. Misura che doveva essere modificata nel 2020, ma la pandemia ha portato il Governo a rimandare tutto di un anno. Per questo motivo non sarà semplice ricevere lo scontrino parlante per poi fare domanda per il beneficio.
Il bonus bici, comunque, sembra essere vicino alla partenza con il Mef che nelle prossime ore dovrebbe attivare il portale per richiedere il beneficio.
