Luigi Di Maio boccia il Mes: “Riforma peggiorativa e noi il Salva-Stati non lo useremo. Non ci sono i numeri in Parlamento per sbloccarlo”.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è intervenuto sul delicatissimo dibattito in corso sul Mes iniziato dopo che l’Eurogruppo ha dato il via libera alla riforma. In seno al governo si continua a ragionare sull’attivazione del meccanismo. La richiesta arriva dal Partito democratico e da Italia Viva.
Di Maio sul Mes: “Riforma tutt’altro che entusiasmante”
“La riforma del Mes è tutt’altro che entusiasmante, a me sembra peggiorativa. E noi non il Salva-Stati non lo useremo perchè c’è il Movimento 5 stelle. Non ci sono i numeri in Parlamento per sbloccarlo. E’ un dibattito che non esiste, il Mes non si usa“, ha dichiarato Luigi Di Maio parlando in una diretta sulla propria pagina Facebook.
“Non mi sottraggo al dibattito sul Mes: il Mes è debito e il ministro Gualtieri, con cui lavoro benissimo, ha detto chiaramente che non sono 37 miliardi di euro ma 300 milioni di euro. Il Mes non solo non serve, ma non dà neanche 37 miliardi: lega però con lacci e lacciuoli che non ci possiamo permettere, che ricordano i tempi dell’austerity. La riforma del Mes è peggiorativa e finché ci sarà il M5S al governo non si userà, anche perché non ci sono i numeri in Parlamento. Il dibattito non ha neanche ragione di esistere”, ha aggiunto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Salvini: “Se qualche membro dell’opposizione vota questo oltraggio in Parlamento finisce di essere compagno di strada della Lega”
Luigi Di Maio trova un insperato alleato nel leader della Lega Matteo Salvini, che ha voluto mandare un messaggio agli alleati di Centrodestra.
“Chiunque in Parlamento approverà questo oltraggio e danno per l’Italia e le generazioni future, si prende una grande responsabilità. Se lo fa la maggioranza, non mi stupisce. Se lo fa qualche membro dell’opposizione, finisce di essere compagno di strada della Lega, perché si ipoteca il futuro dei nostri figli per i prossimi 30 anni mettendolo in mano a qualche burocrate che sta a Bruxelles”.