L’India ha chiuso definitivamente la vicenda dei due Marò italiani, Salvatore Latorre e Massimiliano Girone, accusati di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala a febbraio del 2012.
NEW DELHI – Il caso dei Marò è definitivamente chiuso. Secondi quanto riferiscono i media locali, la Corte Suprema indiana ha archiviato tutti i procedimenti contro Salvatore Latorre e Massimiliano Girone, i due fucilieri della Marina Militare accusati di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala a febbraio del 2012.
La decisione dell’Arbitrato
La buona notizia per i due militari italiani era giunta nello scorso aprile, quando il tribunale arbitrale internazionale ha riconosciuto l’immunità ai due Fucilieri della Marina per gli accadimenti del 15 febbraio 2012. L’India di conseguenza non può agire secondo la propria giurisdizione nei confronti di Girone e Latorre.
Marò, risarcimento alle vittime
“L’Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l’India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all’imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell’equipaggio del peschereccio indiano Saint Anthony“. Così i giudici nella sentenza. Il procedimento si chiude a fronte di un deposito di 100 milioni di rupie, circa 1,1 milioni di euro, destinato ai parenti delle vittime quale risarcimento.
Secondo la versione del governo italiano, e secondo il rapporto consegnato dall’equipaggio della petroliera sia alle autorità indiane sia a quelle italiane, poiché entrambi i Paesi hanno aperto un’inchiesta sull’incidente, la Enrica Lexie venne avvicinata da un’imbarcazione da pesca con a bordo cinque persone armate con evidenti intenzioni di attacco.
Di Maio, “Grazie a chi ha lavorato con costanza al caso”
“Chiusi tutti i procedimenti giudiziari in India nei confronti dei nostri due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Grazie a chi ha lavorato con costanza al caso, grazie al nostro infaticabile corpo diplomatico. Si mette definitivamente un punto a questa lunga vicenda“, ha scritto Luigi Di Maio su Twitter.
Lo sfogo della moglie di Latorre: “Per la politica siamo stati carne da macello”
“Da 9 anni sono costretta a parlare a nome di mio marito. A lui è stato fatto esplicito divieto di parlare pena pesanti sanzioni. Non può nemmeno partecipare a qualsiasi manifestazione pubblica. È vincolato al segreto. È ora di chiedersi perché le autorità militari vogliono mantenere il segreto su ciò che sa e vuol dire. Quello che so è che per la politica italiana siamo stati carne da macello. Presto Massimiliano si presenterà alla procura di Roma“, ha dichiarato la moglie di Latorre all’Ansa.